“Nella prima Repubblica davanti ai missili SS 20 istallati dall’Unione Sovietica contro le nostre città, nonostante il papa di allora dicesse, come oggi, ‘pace, pace e disarmo’, noi – Cossiga, Craxi, Spadolini, Andreotti – dovemmo installare gli euromissili” e “quegli strumenti di morte hanno portato alla pace e alla politica del disarmo. Quella scelta difese la pace più di ogni altra scelta”. Lo ha detto il senatore Pier Ferdinando Casini, presidente del gruppo italiano all’Unione Interparlamentare, intervenendo al convegno “De Gasperi, politico cristiano” alle Biblioteca Vallicelliana di Roma. Alcide De Gasperi messo davanti alle guerre di oggi “si sarebbe assunto laicamente il dovere della responsabilità che compete agli uomini di Stato”, ha aggiunto.
Presente, oltre a Casini, Paolo Alli, segretario generale della Fondazione De Gasperi che ha organizzato l’evento, il cardinale Matteo M. Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Bologna, Angelino Alfano, presidente della Fondazione De Gasperi, il professor Agostino Giovagnoli, professore emerito di Storia contemporanea, Università Cattolica del Sacro Cuore, Daniela Preda, direttrice del Dipartimento di Scienze politiche e internazionali, professoressa ordinaria di Storia contemporanea, Università di Genova, moderati dal giornalista Antonio Polito.
Appelli alla pace del Papa per Medio Oriente e Ucraina? “Penso che gli appelli sono per tutti, per ambo le parti, ma anche per una terza parte che siamo noi. Perché la Comunità internazionale deve continuare a fare tutto il possibile per trovare una via d’uscita”, ha detto il cardinale Matteo Zuppi, a margine del convegno.
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