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Laura Boldrini e Andrea Purgatori alla presentazione del libro di Anna Cataldi. Le foto di Pizzi

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Andrea Purgatori e Marco Risi
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Andrea Purgatori, Anna Cataldi e Marina Valensise
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Andrea Purgatori, Anna Cataldi e Marina Valensise
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Andrea Purgatori, Anna Cataldi e Marina Valensise
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Anna Cataldi, Claudia Ruspoli e Marina Valensise
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Fabio e Alessandra Borghese e Anna Cataldi
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Fabio e Alessandra Borghese e Anna Cataldi
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Laura Boldrini e Andrea Purgatori
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Laura Boldrini e Andrea Purgatori
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Laura Boldrini e Andrea Purgatori
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Laura Boldrini e Andrea Purgatori
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Anna Cataldi e Laura Boldrini
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Anna Cataldi e Laura Boldrini
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Laura Boldrini
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Laura Boldrini
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Laura Boldrini
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Anna Cataldi e Andrea Purgatori
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Lucy Nesbit
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Andrea Purgatori e Marina Valensise
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Andrea Purgatori e Marina Valensise
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Andrea Purgatori e Marina Valensise
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Marina Valensise e Jas Gawronski
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Marina Valensise e Jas Gawronski

“La coda della sirena” edito da Rizzoli firmato da Anna Cataldi è la storia del film “La mia Africa” che ha consacrato la figura della scrittrice Karen Blixen sul grande schermo e che nel 1986 si è aggiudicato sette Oscar.

Il libro è la storia dei dieci anni di tentativi e di rifiuti che sono serviti per portare a termine l’impresa di produrre un film che diventerà un classico del cinema e a regalare al pubblico immagini indimenticabili. Son intervenuti con l’autrice Marina Valensise e Andrea Purgatori.

“La coda della sirena è la storia di un film che sembrava impossibile. Quando la notte del 23 marzo 1986 sette Oscar decretano il successo de La mia Africa agli Academy Awards, è infatti passato quasi un decennio dal giorno in cui Anna Cataldi, giornalista fresca di divorzio, si è innamorata della figura di Karen Blixen. Una folgorazione che l’ha spinta a lanciarsi nell’audace e spericolata impresa di proporre una trasposizione cinematografica degli avventurosi anni in Kenya della baronessa danese. Un decennio di porte chiuse in faccia, di rifiuti e sconfitte, di inciampi, di cambi di direzione e ostacoli apparentemente insuperabili, dal secco rifiuto di Roman Polanski alla villania di Orson Welles, e anche di amicizie, come quella con Audrey Hepburn, e di sostegno fraterno, ricevuto da Franco Zeffirelli. Con la caparbietà e la tenacia che solo le grandi passioni possono alimentare, Anna riuscirà, dopo sforzi infiniti, a portare a termine l’impresa di produrre un film che diventerà un classico del cinema e a regalare al pubblico immagini indimenticabili. Un viaggio geografico, che dalle savane africane conduce fino al patinato mondo hollywoodiano passando per Londra, Copenhagen e New York, ma anche il resoconto di un difficile percorso umano affrontato a rischio di tutte le proprie sicurezze, materiali ed esistenziali, lungo le strade che dalla sconfitta portano alla realizzazione di un sogno inseguito a ogni costo”.

(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)



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