Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, chiede al Governo di azzerare per tre anni il cuneo fiscale per favorire l’assunzione dei giovani. La proposta, lanciata dal palco dell’assemblea annuale dell’associazione, viene accolta con favore dai ministri dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e del Lavoro, Giuliano Poletti.
Ma dai sindacati arriva lo stop: i leader di Cgil, Susanna Camusso, e Uil, Carmelo Barbagallo, bocciano l’idea di nuovi bonus o interventi a pioggia, preferendo invece misure strutturali che possano dare risposte nel lungo periodo a quella che è diventata una vera e propria emergenza.
Boccia sollecita istituzioni e parti sociali ad avviare una “grande operazione” per includere i giovani nel mondo del lavoro: “Bisogna azzerare il cuneo fiscale sull’assunzione dei giovani per i primi tre anni, sapendo fin d’ora che dopo dovremo ridurlo per tutti. Abbiamo il dovere morale, civile e politico di agire prima per le nuove generazioni. La poca occupazione giovanile è il nostro valore sprecato”.
Per Poletti “è un’opzione su cui stiamo lavorando per cercare di dare ai giovani un’opportunità in più, ne dovremo discutere in sede di legge di bilancio”. Calenda conferma che “siamo pronti a fare la nostra parte”. Di tutt’altro avviso il numero uno della Cgil: “Abbiamo sempre detto e continuiamo a pensare che la soluzione non siano incentivi a pioggia. Bisogna fare scelte mirate”. A farle eco è il leader della Uil, che preferisce soluzioni “strutturali”, bollando la proposta di Boccia come “ancorata a vecchie logiche di bonus”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni: “Sui giovani non possiamo ridurre la discussione solo al cuneo fiscale, bisognerà fare qualcosa di più mirato”.
I sindacati sono prudenti anche sul tema della relazioni industriali. Dopo il primo tavolo politico a fine 2016 in Confindustria per tracciare le linee del Patto per la fabbrica, lanciato da Boccia al meeting dei giovani industriali a Capri lo scorso anno, e lo scambio di lettere di due giorni fa, ora si attende una data per completare il percorso e siglare, eventualmente, un accordo sul nuovo modello contrattuale. L’innalzamento della produttività deve essere il nostro faro – spiega il presidente di Confindustria – bisogna aprire un nuovo capitolo della storia del Paese, fatto di collaborazione per la crescita, nell’interesse di tutti e non contro qualcuno”.
Boccia invita Cgil, Cisl e Uil a dare inizio a una “stagione di consapevolezza” e di “responsabilità”, con l’obiettivo di legare gli aumenti salariali alla produttività: “La strada maestra è quella dei premi di produttività, da detassare in modo strutturale”. “Ho capito che c’è un patto di scopo, un altro dal precedente annuncio. Siamo al secondo annuncio. Credo che bisognerebbe avere idea di concretezza delle relazioni”, taglia corto Camusso. “Il segnale di fare insieme mi sembra importante e va valorizzato. Va bene parlare di patti, ma dobbiamo augurarci che portino a dei fatti”, dichiara Petteni. “Siamo per spingere a fare velocemente. Bisogna recuperare la strada della coesione, smarrita, per dare risposte ai giovani”, aggiunge Barbagallo che però vede più punti in comune tra Boccia e il Governo che tra il leader degli imprenditori e i sindacati.
Infatti, anche sul tema della relazioni industriali c’è l’apprezzamento di Calenda alle tesi di Boccia: “Concordo con Enzo sulle finalità di un patto che avvicini la contrattazione all’impresa”. Nel complesso, la relazione del presidente di Confindustria è apprezzata dalla platea di imprenditori, e politici. Anche il presidente della Camera, Laura Boldrini, trova “spunti interessanti” su giovani, coesione sociale ed Europa.
(Testo: Askanews)
(Foto: Umberto Pizzi – Riproduzione riservata)