Daniele Capezzone, deputato di Conservatori e Riformisti, ha organizzato oggi, 20 luglio, una tavola rotonda all’Hotel Nazionale, a due passi da Montecitorio, intitolata “Banche, il ritorno dello Stato è inevitabile?”.
“Molti di noi – ha detto Capezzone – pur contrari al bail out e ai vecchi salvataggi di Stato, hanno avanzato proposte ragionevoli per un percorso di preparazione al bail in, informando i cittadini, coinvolgendoli in una grande campagna (anche radiotelevisiva) di informazione e di invito a differenziare risparmi e investimenti, non mettendo tutte le uova in un solo paniere. Ci è stato detto no su tutta la linea” e quindi, citando il giornalista ed ex sindacalista Giuliano Cazzola, il deputato ha detto: “Come ha ben scritto Cazzola, una volta che si attua una riforma della rete ferroviaria aumentando il biglietto, non si può pretendere di non far scendere dal treno il conducente, il bigliettaio, il controllore e così via”.
Anche l’intervento di Natale D’Amico, consigliere della Corte dei Conti e già parlamentare, ha visto toni duri nei confronti del governo: “Il più grande sbaglio è stato fatto nel 2012, quando vennero rifiutati gli aiuti europei, accettati invece dalla Spagna. Si diceva ‘Stiamo bene, le nostre banche sono solide, non ne abbiamo bisogno’, ma è stato un errore. In seguito si giustificò la decisione parlando delle condizionalità che avremmo dovuto subire. Ma quali condizionalità sta subendo la Spagna? L’unica cosa in cui possiamo sperare è quella tornare ad accumulare utili, creando nuovo patrimonio, ma sarà un processo difficile che durerà molti anni. Che Dio ce la mandi buona”, ha concluso D’Amico, che ha lavorato per anni in Banca d’Italia.
Insieme a loro anche Lamberto Dini, ex presidente del Consiglio, e Alberto Mingardi, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni.
(Foto: Sveva Biocca @Svevabi)