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È morto Zygmunt Bauman, il sociologo della società liquida

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È morto oggi a Leeds, nel Regno Unito, il sociologo polacco Zygmunt Bauman. Aveva 91 anni.

Nato da genitori ebrei a Poznań nel 1925, Bauman fuggì dalla Polonia in seguito all’invasione nazista. Ritornato dopo la guerra in patria, si laurea in sociologia a Varsavia. Ottimo conoscitore di Gramsci e di Simmel, dapprima marxista ortodosso, gli venne tolta la cattedra all’università in tempo di epurazioni, nel 1968. Insegnò per un certo periodo all’università di Tel Aviv e poi a quella di Leeds.

È il creatore del concetto di società “liquida”, usato per definire i cambiamenti in atto nella società. “Nel mondo liquido-moderno la solidità delle cose, così come la solidità dei rapporti umani, tende a essere considerata male, come una minaccia: dopotutto, qualsiasi giuramento di fedeltà e ogni impegno a lungo termine (per non parlare di quelli a tempo indeterminato) sembrano annunciare un futuro gravato da obblighi che limitano la libertà di movimento e riducono la capacità di accettare le opportunità nuove e ancora sconosciute che (inevitabilmente) si presenteranno. La prospettiva di trovarsi invischiati per l’intera durata della vita in qualcosa o in un rapporto non rinegoziabile ci appare decisamente ripugnante e spaventosa”, ha detto.

In un colloquio con Formiche.net del 2012, il filosofo polacco parla del divorzio tra potere e politica, diffida di Internet (per nulla democratica) e si affida alla roccaforte Europa, purché davvero politica. Bauman parla anche di “limiti naturali ormai vicini” e delinea un futuro di guerre climatiche, non più condotte per le ideologie ma per le più brutali necessità di risorse. Guerre che ci potrebbero riportare agli orrori di settant’anni fa.

Leggi l’intervista di Marco Andrea Ciaccia a Bauman:

CI SALVERÀ L’EUROPA (NON LA RETE). PAROLA DI BAUMAN

(Foto Imago Economica)


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