Un Papa che affronta le sfide della società contemporanea in modo inusuale, quasi da “ribelle”. È proprio di questo che si è parlato ieri all’Istituto Luigi Sturzo di Roma, in occasione della presentazione del libro “Francesco il ribelle. Il linguaggio, i gesti e i luoghi di un uomo che ha segnato il corso della storia”, scritto dal direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, Enzo Fortunato ed edito da Mondadori.
L’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato vaticana, ai giornalisti a margine dell’incontro di presentazione del libro si è espresso su come sta procedendo il processo di riforma della Curia e ha spiegato: “Il Papa ha coraggio, forza, e va avanti. Avete visto che alcune modifiche sono state attuate ma non è facile perché non si può cambiare da un momento all’altro una struttura complessa in cui vale l’ordinamento civile, vale l’ordinamento canonico, c’è l’aspetto dottrinale. Bisogna far coincidere i vari aspetti”. Ha poi proseguito: “Pochi giorni dopo la sua elezione mi chiese se stesse rompendo i protocolli e se in questo modo ci stesse dando fastidio. ‘Insomma, Santo Padre’, gli risposi. Fin dai primi giorni era chiara la sua decisione di voler andare oltre certe regole modificabili e che ha modificato. Il protocollo non deve essere un carcere, una prigione ma deve servire a manifestare meglio l’esercizio del ministero” (continua a leggere su Formiche.net).
Il giornalista e direttore de L’Espresso Marco Damilano, presente all’incontro, ha affermato, inoltre, come oggi la povertà sia la prima sfida che si presenta alla politica e che “se c’è una figura nella storia che è riuscita a tenere insieme due aspetti, cioè fare in modo che l’istituzione non fosse un albero rinsecchito, e che la profezia non fosse qualcosa che distrugge o azzera l’istituzione e ciò che vi è tramandato, è proprio san Francesco d’Assisi”.
(Foto Umberto Pizzi – riproduzione riservata)