Che cos’è l’interesse nazionale per l’Italia e quali minacce emergono per il nostro Paese nello scenario internazionale in rapido mutamento? Da chi e da che cosa dobbiamo difenderci? Quanto conta l’intelligence, nazionale ed europea? Come può influire negli equilibri tra le potenze la guerra scoppiata in Ucraina e nella Striscia di Gaza? E il Trattato del Nord Atlantico, o meglio la Nato, ricopre ancora una posizione di rilievo? Sono tante le domande a cui Giampiero Massolo, presidente dell’Ispi ed ex coordinatore dei servizi di intelligence italiani e Francesco Bechis, giornalista del Messaggero, hanno provato a rispondere in Realpolitik Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia (Solferino).
Un’opera a quattro mani presentata nel corso di un incontro dibattito presso la Sala delle Colonne della Luiss. A discuterne con gli autori, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, il direttore di Aspenia, Marta Dassù, tutti moderati dalla giornalista Giovanna Pancheri. In platea, anche il giornalista Massimo Franco, il presidente della Luiss, Luigi Gubitosi e Gianni Letta.
“L’Italia come tutti i Paesi europei”, ha spiegato Massolo, “non conta individualmente, non può che proiettare il proprio ruolo rafforzando il legame con l’Ue e rinsaldando il rapporto transatlantico, ma senza devolvere le proprie responsabilità alla dimensione multilaterale. Le forze politiche devono convergere sulle questioni di fondo a partire dall’appartenenza all’Occidente e dalla distinzione tra gli alleati, con cui si può dissentire ma si condividono i valori di fondo, e i semplici partner”.
Il ministro Piantedosi ha poi stretto il campo sull’Italia. “Più che il timore di infiltrazione c’è il timore di alterazione della discussione, la suggestione di immettere qualche elemento più tossico che, come accaduto già in passato, può portarci a un certo punto a delle conseguenze dannose per la tenuta della sicurezza nazionale e dell’ordine pubblico. Dobbiamo uniformare la nostra appartenenza al mondo occidentale, che è un patrimonio di valori e dobbiamo perseguire l’interesse nazionale. Dal punto di vista della gestione dell’ordine pubblico occorre agire senza danneggiare la comunità”.
(Foto di Umberto Pizzi – riproduzione riservata)