Domani, mercoledì 5 luglio ci sarà la camera ardente in Campidoglio per Paolo Villaggio, l’attore scomparso ieri a Roma all’età di 84 anni, e poi un saluto nel tardo pomeriggio alla Casa del Cinema. Ad annunciarlo è stata ieri la figlia di Elisabetta, lasciando la clinica dove ieri mattina è deceduto il padre.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa di Villaggio, attore di talento che ha saputo raccontare con acume ed efficacia vizi e virtù degli italiani.
“Quando morì Fabrizio De André, Paolo mi confessò di essere molto invidioso di quel funerale”, ha detto Antonio Ricci, autore televisivo e produttore televisivo italiano di molti programmi tra i quali Striscia la Notizia del quale Villaggio fu anche conduttore. “Scherzavamo spesso sulla morte – ha detto Ricci – e su tutte le bufale che annunciavano il suo decesso, alcune senz’altro messe in giro proprio da lui. “Stai morendo a rate” gli dicevo. L’ultima volta che l’ho sentito, mi ha confessato: “Ho deciso di morire d’estate. D’estate succedono meno cose e c’è più spazio sui giornali e nei palinsesti tv”. Così ha fatto, ma sarà vero?”.
Roberto Benigni ricordando Villaggio ha detto: “La notizia mi ha avvolto il cuore di tristezza. Paolo Villaggio è stato il più grande clown della sua generazione. Un bambino spietato, rivoluzionario e liberatorio. Fantozzi ci rappresenta tutti, ci umilia e ci corregge, con lui tutte le persone anonime hanno trovato il loro Signore. E’ stato la persona più imprevedibile e pura che abbia mai conosciuto. Grazie caro Paolo, ti siamo debitori di una gioia immensa”.
“L’Italia perde un artista geniale, che ha saputo regalare una risata a generazioni di italiani, ma anche far riflettere su tanti aspetti del costume, delle relazioni umane, dell’evoluzione della società nell’ultimo mezzo secolo – ha sottolineato Silvio Berlusconi -. Paolo Villaggio ha saputo portare nel cinema, nella televisione, nella carta stampata un linguaggio nuovo, brillante, coinvolgente. Era un grande professionista, con il quale lavorare era un piacere”.
Beppe Grillo sul suo blog ha parlato di un “dolore sordo”: “Un dolore sordo per la morte di Paolo Villaggio. Ho provato lo stesso dolore quando morì Alberto Sordi, sto parlando di due “ultraitaliani”. Sordi e Villaggio hanno mostrato il nostro peggio, e per questo avvertiamo un dolore così intenso: nel rappresentarci davano la sensazione di capirci.
Eppure erano assolutamente agli opposti: nei personaggi di Sordi era facile identificarsi in quanto italiani”.