“Lo Stato azionista. Finalità, regole e strumenti”. È il titolo del convegno promosso ieri su iniziativa del presidente della Commissione industria, commercio e turismo del Senato della Repubblica, Massimo Mucchetti e del Preside della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Domenico Bodega, che si è svolto a Roma.
All’evento organizzato con il patrocinio del Senato della Repubblica e in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sono intervenuti: Maurizio Gasparri (vice presidente del Senato), Fulvio Coltorti (professore di Storia Economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), i professori Massimo Florio e Franco Mosconi (Università degli studi di Parma), Giuseppe Bono (amministratore delegato di Fincantieri), Claudio Costamagna (presidente della Cassa Depositi e Prestiti), Giulio Tremonti (senatore, Grandi Autonomie e Libertà) e Carlo Calenda (ministro dello Sviluppo Economico).
“Abbiamo bisogno di un liberalismo pragmatico, in grado di difendere i nostri interessi”, ha detto il ministro dello Sviluppo Calenda come si legge nel resoconto di Gianluca Zapponini. “Alzare le mani davanti a qualcuno che vuole comprare un’industria strategica”, ha proseguito Calenda citando in proposito il caso Mediaset-Vivendi: “Non è libero mercato, né tantomeno mercato”.
Per il senatore Mucchetti, non c’è niente di demoniaco nel ripensare un ruolo pubblico nell’economia, soprattutto se l’imperativo è “presidiare gli interessi nazionali”.
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(Foto Stefano Carofei Imago/Economica)