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Il convegno dei tradizionalisti con Brandmuller, De Mattei, Lanzetta, Negri e Seifert. Le foto

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Josef Seifert, Serafino Lanzetta
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Walter Brandmuller
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Walter Brandmuller
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Josef Seifert
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Roberto De Mattei
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Josef Seifert
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Walter Brandmuller
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Luigi Negri, Walter Brandmuller
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Luigi Negri, Walter Brandmuller
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Luigi Negri, Walter Brandmuller
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Josef Seifert
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Walter Brandmuller
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Luigi Negri
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Walter Brandmuller
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Walter Brandmuller, Josef Seifert
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Walter Brandmuller, Serafino Lanzetta
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Serafino Lanzetta
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Walter Brandmuller
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Walter Brandmuller
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Josef Seifert, Alberto Negri
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Josef Seifert, Alberto Negri
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Alberto Negri
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Josef Seifert
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Serafino Lanzetta
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Serafino Lanzetta
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Serafino Lanzetta, Josef Seifert, Roberto De Mattei
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Josef Seifert, Roberto De Mattei
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Roberto De Mattei
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Luigi Negri
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Luigi Negri

Una coalizione di 25 associazioni costituita per difendere l’insegnamento cattolico sulla famiglia si è riunita lo scorso 28 ottobre a Roma, presso l’Angelicum di Roma, la Pontificia università San Tommaso d’Aquino di proprietà dei domenicani per parlare dell’Humanae Vitae di Paolo VI, l’enciclica che, come ha affermato Brandmuller in apertura del convegno, “pose dottrinalmente fine alla disputa, portata avanti con grande fervore anche all’interno della Chiesa cattolica, sulla liceità o la condannabilità morale della contraccezione artificiale”, e che in questo modo “suscitò una violenta ondata di proteste anche in seno alla Chiesa”.

“È opinione, diffusa tra molti cattolici, che occorre rendere omaggio all’enciclica Humanae vitae pubblicata nel 1968, un documento dottrinale il cui carattere profetico col passare del tempo è stato riconosciuto anche da importanti pensatori non cattolici –  ha detto il cardinale Walter Brandmuller, il porporato tedesco tra i quattro firmatari dei Dubia inviati a Papa Francesco sull’esortazione apostolica Amoris Laetitia all’apertura del convegno -. Con essa Paolo VI mise un temporaneo punto finale a una serie di affermazioni dottrinali sul tema contraccezione, iniziata da Pio XI con Casti Connubi e poi proseguita da Pio XII e da Giovanni XXIII“, fino ad essere “riprese da Giovanni Paolo II, che le ha sia sviluppate sia approfondite”.

Papa Francesco, proprio su questa, a cinquant’anni dalla sua promulgazione, ha di recente creato una commissione di studi volta a ricostruirne “l’iter compositivo”, come dichiarato alla Radio Vaticana da mons. Gilfredo Marengo, il religioso che Bergoglio ha chiamato alla guida del gruppo. Questo convegno, come affermato durante gli interventi, vorrebbe così offrirsi come “un contributo esterno”, ma ciò che è chiaro è che, al centro degli interventi, vi è l’esternazione di un marcato dissenso nei confronti di quella che è vista come una tendenza, nel cammino di riforma intrapreso in Vaticano, sui temi di morale sessuale e sulla visione cattolica, fondamentale, della famiglia. In aperta opposizione, cioè, a ogni interpretazione troppo “lassista” che potrebbe generarsi (qui l’articolo completo di Francesco Gnagni).

(Foto: Giuseppe Leanza)



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