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Umberto Pizzi ha visto un Matteo Renzi molto imbronciato all’assemblea Pd. Tutte le foto

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Paolo Gentiloni e Matteo Renzi
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Paolo Gentiloni, Matteo Renzi e Matteo Orfini
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Paolo Gentiloni, Matteo Renzi e Matteo Orfini
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Paolo Gentiloni, Matteo Renzi e Matteo Orfini
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Paolo Gentiloni, Matteo Renzi e Matteo Orfini
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Teresa Bellanova e Matteo Renzi
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Imbronciato, ma nient’affatto propenso a cedere a quello che ha definito “un ricatto” della minoranza Pd. Si potrebbe riassumere così lo stato d’animo mostrato ieri – nel corso dell’assemblea del Partito Democratico che si è svolta a Roma – dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha ufficialmente rassegnato le sue dimissioni da segretario e avviato l’iter per la convocazione del congresso.

Poco spazio per trattare oltre dopo il tira e molla della sinistra dem sulle prossime tappe da seguire: Renzi ha fatto chiaramente intendere di voler procedere rapidamente alla convocazione del congresso. Le primarie conclusive dovrebbero svolgersi a inizio maggio: il 7 oppure – se andrà in porto l’ultimo tentativo di mediazione – il 14. In ogni caso, comunque, entro le elezioni amministrative che il Viminale non ha ancora indetto ma che è probabile si svolgano a giugno come accaduto l’anno scorso.

A questo punto il nuovo appuntamento chiave per capire cosa accadrà nel Pd è la direzione in programma domani nel quale si stabiliranno le regole per il congresso: se i rappresentanti della minoranza parteciperanno, allora la scissione tanto paventata non si concretizzerà. In caso contrario, invece, sarà nei fatti la fuoriuscita dal partito dei rappresentanti della minoranza.

Chi sono gli esponenti Pd pronti a lasciare? Massimo D’Alema praticamente ha già deciso, come dimostra la sua assenza alla direzione di ieri. Pierluigi Bersani e Roberto Speranza sono più fuori che dentro. Lo stesso vale anche per il governatore della Toscana Enrico Rossi, durissimo ieri nel commentare l’intervento di Renzi. I dubbi maggiori si addensano sul presidente della Puglia Michele Emiliano che continua a mandare segnali contrastanti: pro-scissione nel raduno romano di sabato scorso, pronto a trovare una mediazione nell’intervento di ieri nel corso dell’Assemblea del partito e poi ancora sulle barricate nella nota firmata in serata insieme a Rossi e Speranza. Cosa farà Emiliano? Lascerà il Pd oppure rimarrà con la prospettiva di essere il più importante avversario interno di Renzi?

Nella gallery fotografica firmata Umberto Pizzi tutti i volti – e i bronci – di Matteo Renzi nel corso dell’Assemblea del partito.

(Foto di Umberto Pizzi/Riproduzione riservata)



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