Roberto Speranza, Lucio Caracciolo, Massimo D’Alema si sono incontrati a Roma per il dibattito “Il tempo della pace”.
“Ora che la Russia è debole, se le si offre via di uscita che riconosca quel tanto di legittimo che c’è nelle sue preoccupazioni, un tavolo si può aprire”, ha detto D’Alema. “Certo, l’occidente dovrà pur dire qualche parola all’Ucraina e al suo presidente per incoraggiarli a sedersi a quel tavolo. L’alternativa è una tragedia infinita, senza vincitori”.
Per Caracciolo una piena pacificazione è utopia, mentre al contrario il cessate il fuoco è percepito con sempre maggiore urgenza dagli attori internazionali: “Se ne parla nella diplomazia segreta, ci sono incontri più o meno clandestini, tra americani e russi e anche tra russi e ucraini. Trapelano pressioni americane su Zelensky per negoziare con la Russia, ma lui non vuole farlo finché ci sarà Putin”.
Il leader di Articolo Uno, Speranza, ha poi detto che “abbiamo sostenuto la resistenza dell’Ucraina per creare le condizioni per il cessate il fuoco, ora forse si stanno realizzando. Una sinistra che vuole ridefinire se stessa deve riappropriarsi della bandiera della pace, come ha dimostrato la piazza del 5 novembre”.
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