Non è necessariamente una sorpresa, ma una presa d’atto è necessaria. Carlo Nordio si candida, e lo fa con Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. Lo ha annunciato con una lettera al Gazzettino, in cui spiega le ragioni del suo impegno.
“Dopo aver per scritto, per oltre 25 anni, sulle criticità della nostra giustizia e sulla necessità di rimedi urgenti in senso garantista e liberale, la rinuncia a intervenire attivamente quando te ne viene offerta la possibilità sarebbe una mancanza di coraggio, o quantomeno un atteggiamento di incoerenza e di pigrizia – ha scritto Nordio -. Dopo aver sostenuto con convinzione la battaglia per i referendum, che sapevamo perduta in partenza e per ciò stesso più nobile e disinteressata, sarebbe irragionevole sottrarsi oggi a un impegno proprio in Parlamento, cioè sul terreno della produzione normativa”.
“Ho sempre sostenuto – motiva Nordio – che un magistrato non dovrebbe entrare in politica durante il servizio, e nemmeno dopo, per evitare il sospetto che le sue inchieste fossero indirizzate a procacciarsi un consenso elettorale. Mi è stato obiettato che se il motivo è valido nell’immediatezza del congedo, quando sono ancora attuali le conseguenze delle indagini e le eventuali conseguenti polemiche, ciò non è più vero quando il tempo, padre di oblio oltre che di verità, ne ha sfumato o dissolto i contorni. E poiché son passati quasi sei anni dal mio congedo, e la magistratura mi sembra quasi un ricordo lontano, questi scrupoli non sono più giustificati”.
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