Il 9 maggio 1978 veniva ritrovato il corpo senza vita dello statista pugliese Aldo Moro. Quarant’anni sono passati da quel tragico giorno che segnò la storia d’Italia.
Un importante anniversario quello di oggi, quindi, durante il quale le istituzioni si sono date appuntamento nel luogo del ritrovamento a Via Caetani a Roma. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona di fiori sotto la lapide che lo commemora. Alla cerimonia erano presenti i presidenti del Senato e della Camera Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il governatore Nicola Zingaretti e la sindaca di Roma Virginia Raggi.
“Sono trascorsi quarant’anni da quel terribile 9 maggio 1978, il giorno in cui il cadavere di Aldo Moro venne ritrovato in via Caetani a Roma, poco meno di due mesi dopo il suo rapimento. Sulla vicenda esiste una verità giudiziaria complessa che, come è stato riconosciuto da più parti, presenta molte zone d’ombra e uno sfondo fatto di responsabilità multiple, ancora oggi non del tutto chiarite. Esiste poi una verità politica, legata al suo ruolo di statista e al suo spessore morale e intellettuale che hanno cambiato la storia del nostro Paese. Esiste, quindi, una verità personale, che appartiene ad Aldo Moro così come a tutte le vittime del terrorismo e ai loro familiari: la sfera degli affetti, i progetti di vita, i pensieri e le speranze più intime, tutta quella parte di vissuto che è stata inesorabilmente spazzata via”. Queste le parole di Roberto Fico per ricordare lo statista e anche per il Giorno della memoria istituito per ricordare Aldo Moro e tutte le vittime del terrorismo. “Il terrorismo – ha proseguito – è una pagina dolorosa della storia del nostro Paese sulla quale dobbiamo continuare a riflettere. Una pagina che è un monito costante sui rischi cui può essere esposta una democrazia, anche solida, laddove riescano a farsi spazio ideologie perverse e distruttive che fanno della violenza il proprio strumento. Il terrorismo ha assunto nel mondo forme e obiettivi diversi, tutti con la cifra di violenza e di sopraffazione, come ci ricordano le migliaia di attentati terroristici che si verificano ogni anno”. “L’antidoto a queste sfide complesse – ha evidenziato Fico – non è la sola repressione, ma tutto il perimetro dei principi e dei valori democratici dettati della nostra Costituzione. Questi valori ci danno la forza per tutelare la libertà e la dignità di ogni cittadino. Attraverso la ricerca di un modello sociale che affronti con la massima determinazione il disagio, l’emarginazione, la povertà e le diseguaglianze si creano le condizioni minime per una convivenza pacifica. È infine, attraverso la pratica del dialogo tra i popoli, declinato sul rispetto delle reciproche differenze culturali, storiche e di pensiero, che si possono più efficacemente disinnescare le bombe dell’odio e di un conflitto di civiltà. La ricorrenza odierna può, e deve, aiutarci a ricordare anche tutto questo”.
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