Un nuovo modello di banca al servizio del Paese: “una banca hub che sia vicina alle imprese e al territorio, riporti la gente allo sportello, faccia crescere i ricavi e crei le condizioni per nuova occupazione, puntando su servizi di consulenza”. È la proposta dalla Fabi, principale sindacato del credito, presentata il 12 febbraio a Milano nel corso di un evento alla presenza dei principali banchieri italiani, in cui è stato anche ribadita anche la necessità di adottare un codice etico per evitare la vendita di prodotti a rischio, concordato con le associazioni dei consumatori più responsabili, le istituzioni bancarie e le organizzazioni sindacali.
“Il modello di banca hub che proponiamo vuole mettere in primo piano la soddisfazione di famiglie e imprese, ragionando in un’ottica di lungo medio termine e non di corto respiro, come avviene oggi, senza però trascurare il guadagno dell’azionista – ha spiegato Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi – L’obiettivo è riportare la gente allo sportello, anche in presenza della così detta banca online, facendo crescere i ricavi e creando così le condizioni per mantenere e aumentare i livelli occupazionali”.
L’attuale modello di banca ha espulso 68mila lavoratori e prodotto oltre 200 miliardi di sofferenze. “Serve dunque un segnale di discontinuità – ha detto Sileoni – Senza la presunzione di sostituirci a chi gestisce le aziende di credito, pensiamo che l’industria bancaria vada difesa con proposte innovative, che rimettano al centro le economie dei territori, i lavoratori, le famiglie, le imprese e i risparmiatori”.
La banca hub – ha spiegato Sileoni – “si caratterizza per l`offerta di nuovi prodotti e servizi, garantisce più tipologie di consulenze, finanziarie e fiscali, tecnologiche e gestionali, recupera attività già esternalizzate e consente così al business bancario di crescere e consolidare i propri ricavi, creando le condizioni per mantenere e aumentare i livelli occupazionali. Le nuove tecnologie dovranno, infine, essere un volano di sviluppo della filiale e non un killer dell`occupazione”.
Da questo nuovo modello di banca emergeranno nuove figure professionali, che dovranno essere individuate a livello aziendale e di gruppo, per poi essere oggetto di contrattazione tra aziende e sindacati. Si dovrà, infine, ha detto Sileoni, mettere a punto un`architettura contrattuale nazionale, nei prossimi anni, che definisca l’impianto normativo e l’effettivo quadro di riferimento delle mansioni.
“Chiediamo – ha concluso il numero uno della Fabi – che il cambiamento organizzativo sia condiviso dalle organizzazioni sindacali soprattutto a livello di gruppi bancari e aziende, in quanto ogni banca ha la sua specifica organizzazione del lavoro”.
(Testo: Askanews)
(Foto: Sergio Oliverio/Imagoeconomica)