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Castagna, Massiah, Saviotti e Viola al convegno della Fabi. Le foto

GIUSEPPE CASTAGNA BPM PIER FRANCESCO SAVIOTTI BANCO POPOLARE
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Giuseppe Castagna e Pier Francesco Saviotti
Giuseppe Castagna e Pier Francesco Saviotti
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Giuseppe Castagna e Pier Francesco Saviotti
Fabrizio Viola
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Fabrizio Viola
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Victor Massiah
Pier Francesco Saviotti
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Pier Francesco Saviotti
Alessandro Azzi
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Alessandro Azzi
Lando Maria Sileoni
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Lando Maria Sileoni
Fabrizio Viola
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Fabrizio Viola
Pier Francesco Saviotti
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Pier Francesco Saviotti
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Victor Massiah
Giuseppe Castagna
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Giuseppe Castagna
bpm, ubi Victor Massiah
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Victor Massiah
Pier Francesco Saviotti
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Pier Francesco Saviotti
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Lando Maria Sileoni
GIUSEPPE CASTAGNA BPM PIER FRANCESCO SAVIOTTI BANCO POPOLARE
Giuseppe Castagna e Pier Francesco Saviotti
Fabrizio Viola
Pier Francesco Saviotti
Alessandro Azzi
Lando Maria Sileoni
Fabrizio Viola
Pier Francesco Saviotti
ubi
Giuseppe Castagna
bpm, ubi Victor Massiah
Pier Francesco Saviotti

Un nuovo modello di banca al servizio del Paese: “una banca hub che sia vicina alle imprese e al territorio, riporti la gente allo sportello, faccia crescere i ricavi e crei le condizioni per nuova occupazione, puntando su servizi di consulenza”. È la proposta dalla Fabi, principale sindacato del credito, presentata il 12 febbraio a Milano nel corso di un evento alla presenza dei principali banchieri italiani, in cui è stato anche ribadita anche la necessità di adottare un codice etico per evitare la vendita di prodotti a rischio, concordato con le associazioni dei consumatori più responsabili, le istituzioni bancarie e le organizzazioni sindacali.

“Il modello di banca hub che proponiamo vuole mettere in primo piano la soddisfazione di famiglie e imprese, ragionando in un’ottica di lungo medio termine e non di corto respiro, come avviene oggi, senza però trascurare il guadagno dell’azionista – ha spiegato Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi – L’obiettivo è riportare la gente allo sportello, anche in presenza della così detta banca online, facendo crescere i ricavi e creando così le condizioni per mantenere e aumentare i livelli occupazionali”.

L’attuale modello di banca ha espulso 68mila lavoratori e prodotto oltre 200 miliardi di sofferenze. “Serve dunque un segnale di discontinuità – ha detto Sileoni – Senza la presunzione di sostituirci a chi gestisce le aziende di credito, pensiamo che l’industria bancaria vada difesa con proposte innovative, che rimettano al centro le economie dei territori, i lavoratori, le famiglie, le imprese e i risparmiatori”.
La banca hub – ha spiegato Sileoni – “si caratterizza per l`offerta di nuovi prodotti e servizi, garantisce più tipologie di consulenze, finanziarie e fiscali, tecnologiche e gestionali, recupera attività già esternalizzate e consente così al business bancario di crescere e consolidare i propri ricavi, creando le condizioni per mantenere e aumentare i livelli occupazionali. Le nuove tecnologie dovranno, infine, essere un volano di sviluppo della filiale e non un killer dell`occupazione”.

Da questo nuovo modello di banca emergeranno nuove figure professionali, che dovranno essere individuate a livello aziendale e di gruppo, per poi essere oggetto di contrattazione tra aziende e sindacati. Si dovrà, infine, ha detto Sileoni, mettere a punto un`architettura contrattuale nazionale, nei prossimi anni, che definisca l’impianto normativo e l’effettivo quadro di riferimento delle mansioni.

“Chiediamo – ha concluso il numero uno della Fabi – che il cambiamento organizzativo sia condiviso dalle organizzazioni sindacali soprattutto a livello di gruppi bancari e aziende, in quanto ogni banca ha la sua specifica organizzazione del lavoro”.

(Testo: Askanews)

(Foto: Sergio Oliverio/Imagoeconomica)


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