È la terza volta che un papa varca la soglia della Sinagoga di Roma. All’entrata c’è stato un lungo abbraccio tra il rabbino capo Riccardo Di Segni e Papa Bergoglio cui ha seguito un lungo applauso all’ingresso nella Sinagoga.
Numerosi sono stati gli interventi, ma l’unico che ha fatto riferimento ai recenti attentati terroristici è stato Ruth Dureghello, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei).“Dobbiamo ricordare che la pace non si conquista seminando il terrore con i coltelli in mano, non si conquista versando sangue nelle strade di Gerusalemme, di Tel Aviv, di Ytamar, di Beth Shemesh e di Sderot. (…) Tutti noi dobbiamo dire al terrorismo di fermarsi. Non solo al terrorismo di Madrid, di Londra, di Bruxelles e di Parigi, ma anche a quello che colpisce ormai tutti i giorni Israele. Il terrorismo non ha mai giustificazione”. L’antisionismo, ha chiosato, “è la forma più moderna di antisemitismo”.
Tra gli altri, erano presenti anche Emanuele Fiano, responsabile nazionale Pd con delega alle Riforme, Yahya Pallavicini, vicepresidente e Imam della Comunità religiosa islamica italiana e consigliere del Ministro dell’Interno nel Comitato per l’Islam, Walter Kasper, cardinale tedesco considerato molto vicino al Papa, famoso alle cronache per aver dichiarato a proposito degli omosessuali, nel corso di un’intervista al Corriere: “Per me questa inclinazione è un punto di domanda: non riflette il disegno originale di Dio e tuttavia è una realtà, perché gay si nasce”. E poi ancora tra i banchi della Sinagoga erano presenti Victor Majar, assessore alla cultura e alla memoria dell’Ucei, il Prefetto di Roma Franco Gabrielli, il capo della Polizia Alessandro Pansa, il commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca, presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, il comandante generale della Guardia di finanza Saverio Capolupo, Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, il generale Tullio Del Sette, comandante dell’Arma dei carabinieri, Lamberto Giannini, direttore del servizio centrale antiterrorismo, e Mario Calabresi, neo direttore di La Repubblica.
In questo articolo, Matteo Matzuzzi racconta la visita del Papa e le differenze con quella precedente di Giovanni Paolo II, nell’aprile del 1986.
(Fonte: Stefano Carofei/Imagoeconomica)