Irene Tinagli è stata nominata da Enrico Letta vice-segretaria del Pd insieme a Peppe Provenzano. Nata a Empoli nel 1974 (46 anni) è un’economista laureata alla Bocconi, ha insegnato economia delle imprese all’università di Madrid, alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh e nei suoi studi ha affrontato il rapporto tra creatività, innovazione e sviluppo economico. Già consulente per gli Affari economici e sociali dell’Onu, ha coordinato in Europa gli studi del team di ricerca dell’economista Richard Florida.
Si avvicinò al Pd subito dopo la fondazione, per poi allontanarsene “dopo un anno in cui non sono stata consultata mai, neanche per un parere”, stufa delle polemiche tra “veltroniani e dalemiani”. Ha poi contribuito alla nascita di Italia Futura, il think-tank di Montezemolo, ed è stata eletta alla Camera nel 2013 con Scelta Civica di Mario Monti. Nel 2019 è entrata al Parlamento europeo in quota Pd, nella circoscrizione Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) eletta con oltre centoseimila preferenze, risultando la donna più votata del Nord-Italia.
Nel settembre 2019 è stata eletta presidente della Commissione Problemi economici e monetari del Parlamento europeo, prendendo il posto di Roberto Gualtieri che nel frattempo era diventato ministro dell’Economia nel governo giallo-rosso.
È stata editorialista de La Stampa e ha pubblicato tre libri: Talento da Svendere (Einaudi, 2008), Un Futuro a Colori (Rizzoli, 2014) e La Grande Ignoranza (Rizzoli, 2019).
Membro del Comitato Scientifico di Parks – Liberi e Uguali e dell’Osservatorio Internazionale per la Salute dei Migranti. Già membro dell’Advisory Board di Opinno, Young Global Leader del World Economic Forum e dei “40under40” in Europa.