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Cofferati, Fassina e Vendola ascoltano Fratoianni alla Direzione nazionale di Sinistra Italiana. Foto Pizzi

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Sergio Cofferati
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Sergio Cofferati
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Nicola Fratoianni
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Stefano Fassina
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Stefano Fassina
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Nichi Vendola
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Sergio Cofferati
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Sergio Cofferati
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Sergio Cofferati
sinistra
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Nicola Fratoianni
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Nicola Fratoianni
sinistra

Il risultato di Leu alle elezioni e il rapporto con il Movimento 5 Stelle. È di questo che si è parlato principalmente alla Direzione nazionale di Sinistra Italiana oggi a Roma, durante la quale Nicola Fratoianni, ha rimesso il proprio mandato presentando le dimissioni. La Direzione nazionale di Sinistra Italiana ha però respinto le dimissioni presentate dal segretario a seguito del risultato elettorale.

“Immaginare che la responsabilità di un risultato elettorale come quello di Liberi e Uguali sia di un singolo è un errore. Troverei sciocco dire che la colpa è stata di uno o di un altro, ma non c’è dubbio che la campagna elettorale è stata segnata dalla sovraesposizione di figure che hanno un linguaggio e una cultura politica che evidentemente non hanno funzionato, hanno contribuito a rendere meno efficace il progetto”, ha affermato Nicola Fratoianni.

Ieri il segretario di Possibile Pippo Civati ha detto che la campagna di comunicazione era stata completamente sbagliata e che il messaggio elettorale era stato affidato tutto a Grasso, D’Alema e Bersani, senza valorizzare i quarantenni e i volti nuovi della lista. “Non credo però che la colpa sia tutta di D’Alema o di Bersani ma questo ha influito come hanno influito i limiti oggettivi di tutti noi, me compreso. Io penso che sia necessario dare un segnale di investimento sulla continuità di un progetto che tuttavia ha bisogno di cambiare, di misurarsi con i propri errori. Il più grande errore – conclude Fratoianni – è stato parlare agli elettori in fuga dal Pd con un linguaggio del Pd prima di Renzi o non sufficientemente discontinuo, coraggioso. Oggi questa discontinuità va marcata”

Si apre poi anche alla possibilità di un dialogo con i cinquestelle: “Credo sia necessario confrontarsi in Parlamento, certo non con la destra, dunque ascoltare le proposte di M5S ed eventualmente consentire che un governo parta senza chiedere nulla, tantomeno posti”.

(Foto Umberto Pizzi – riproduzione riservata)

 

 



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