Congresso straordinario del Psi, lo scorso fine settimana, a Roma. I membri del partito hanno riconfermato la leadership di Riccardo Nencini, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti prima nel governo di Matteo Renzi e adesso in quello di Paolo Gentiloni.
L’appuntamento è servito – oltreché a rieleggere Nencini, forte di una larghissima maggioranza e di soli tre voti contrari – anche a tracciare la linea politica del Psi da qui alle prossime elezioni in programma, salvo colpi di scena, nel febbraio del 2018. D’altronde, c’è da fare i conti con un quadro fortemente mutato, anche e non solo per la nuova legge elettorale proporzionale.
Nel corso dell’assemblea si è inoltre rivelata in tutta la sua insanabilità la frattura tra lo stesso Nencini e Bobo Craxi che, in polemica con le scelte del segretario, aveva votato No al referendum costituzionale, formato la corrente Area Socialista e disertato i lavori del congresso con queste motivazioni. “Noi non vogliamo aderire a Mdp, ma c’è una convergenza che trova la sua ragione nel voto referendario. Bisogna rompere con questi tre anni di sudditanza al renzismo“.
Netta la replica che dal palco gli è arrivata da Nencini: “Non si può consentire che Bobo Craxi scriva di un congresso farsa e che i socialisti andranno in un altro luogo. Quel socialista lì vada dove gli pare e mi fermo qui per rispetto del cognome. Troveremo Craxi da solo con chi lo ha ritenuto inutile e dannoso. E’ un peana alla sindrome di Stoccolma, di chi è felice di sentirsi prigioniero. Auguri e buona strada“.
Nella gallery le foto di Riccardo Nencini e degli altri esponenti socialisti che hanno partecipato al congresso, tra cui Giovanni Crema, Mauro Del Bue, Oreste Pastorelli, Gian Franco Schietroma e Carlo Vizzini.
(Foto di Stefano Carofei/Imagoeconomica/Riproduzione riservata)