Il terrorismo jihadista è tutt’altro che sconfitto e in Italia “non c’è rischio zero” nonostante l’ottima prevenzione; l’immigrazione resta un problema globale anche perché in futuro ci sarà quella terrestre dall’Asia; si continua a monitorare la situazione libica e il quadrante saheliano, “presidio per la sicurezza dell’Italia”. Sono alcuni dei punti sottolineati dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (che ha mantenuto la delega all’intelligence), presentando la relazione annuale dei servizi segreti al Parlamento. Conte ha ribadito la “scelta europea e atlantica” come collocazione internazionale dell’Italia definendo inoltre il comparto intelligence uno “strumento di pace” perché, nonostante le numerosissime crisi internazionali, bisogna “abolire le soluzioni militari”. Sul tema cyber, cui la relazione destina una corposa sezione alla quale ha fatto cenno Conte, riferiamo a parte.
Della minaccia globale, anche a causa della “competizione socioeconomica mondiale”, ha parlato il generale Gennaro Vecchione, direttore del Dis, presente con i direttori dell’Aisi, Mario Parente, e dell’Aise, Luciano Carta. Vecchione, tra l’altro, ha spiegato che l’anno scorso sono state bloccate manovre speculative in danno del debito sovrano e dell’euro. In platea, con i ministri Elisabetta Trenta e Alfonso Bonafede, c’erano anche i membri del Copasir con il presidente, Lorenzo Guerini, e il vicepresidente, Adolfo Urso.
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