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Chi ha incontrato Giuseppe Conte oggi alla Sinagoga di Roma. Le foto

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Giuseppe Conte e Riccardo Di Segni
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Giuseppe Conte
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Giuseppe Conte
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Giuseppe Conte
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Giuseppe Conte, Ruth Dureghello e Riccardo Di Segni
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Giuseppe Conte e il rabbino Berel Lazar
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Giuseppe Conte e Ruth Dureghello
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Sami Modiano e Giuseppe Conte
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Giuseppe Conte e il rabbino Berel Lazar
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“In molti Paesi d’Europa, anche qui in Italia e anche a Roma, si sono verificati episodi di deplorevole violenza” che pongono “di fronte a nuove forme di razzismo spesso anche di matrice antisemita” e contro questi episodi, “bisogna fare attenzione e vigilare con la massima fermezza e la più totale determinazione”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, oggi nel Tempio maggiore di Roma, in occasione della visita nella Capitale di una delegazione di 800 giovani provenienti da oltre 50 città della Russia, guidata dal rabbino capo del Paese Berel Lazar.

Il viaggio, realizzato nell’ambito del progetto “Yachad” della Federazione delle Comunità ebraiche russe, ogni anno si svolge in una diversa capitale europea per terminare ad Auschwitz e che in questa circostanza ha come tema anche il centenario dalla nascita di Primo Levi. Accolto dalla presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, dal rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e dal testimone della Shoah Sami Modiano, il premier ha espresso “ferma condanna per gli episodi riprovevoli che si sono intensificati”, assicurando “l’impegno dell’Italia in Europa e nel mondo per tutelare la libertà religiosa e combattere ogni forma di discriminazione e intolleranza. L’antisemitismo di ieri e di oggi – ha detto Conte – è il suicidio dell’uomo europeo”. Dando il benvenuto agli 800 giovani russi, il rabbino Di Segni aveva ricordato la storia della sinagoga e la sua simbologia.

“Un luogo che riassume diritti acquisiti ma anche negati, la persecuzione e il terrorismo palestinese che la colpì. Ma questo – ha detto il rabbino capo a quanto riportato dal portale dell’ebraismo italiano Moked – è anche un luogo centrale della nostra identità e vivacità”. Mentre la presidente Dureghello, dopo aver dato lettura di un messaggio inviato dalla senatrice a vita Liliana Segre, ha ricordato come l’odio sia “un problema politico planetario”, per poi rievocare, anche portando come esempio una propria esperienza familiare, il ruolo di accoglienza che l’ebraismo romano ebbe nel passaggio di molti ebrei in fuga dal comunismo verso lo Stato di Israele. Modiano ha ricordato il salvifico ruolo svolto dai soldati russi nell’apertura dei cancelli di Auschwitz il 27 gennaio del 1945. “La nostra presenza numerosa in questa sede – ha detto da parte sua il rabbino Lazar – è il segno che siamo una realtà che ricorda al passato e guarda al futuro, in amicizia e fratellanza con gli ebrei romani”.

(Testo Askanews – riproduzione riservata)

(Foto Imagoeconomica – riproduzione riservata)

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