“Festeggiamo i 75 anni della Nato, un’intuizione straordinaria, che in Italia ha un nome e cognome: Alcide de Gasperi. La Nato, dopo 75 anni, è in grado di affrontare lo scenario che abbiamo davanti? Il modo in cui l’abbiamo costruita, in questi 75 anni, è attuale? Le procedure che abbiamo, le liturgie, la burocrazia, ci consentono di affrontare i tempi in cui viviamo? Io penso che come tutte le strutture, dopo 75 anni e quando momenti di crisi come questi ci chiedono il conto, occorra avere il coraggio di migliorarsi e adeguarsi ai tempi”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenuto al convegno “Nato at 75”.
“La sfida della Nato futura credo sarà la velocità, il pragmatismo, la capacità di avere una vera visione comune, una vera strategia: non soltanto riferita alle parti in crisi, ma anche guardando lontano, prima che le parti entrino in crisi. E’ il motivo per cui l’Italia, ad esempio, supportando totalmente l’impegno sul Fianco est, negli ultimi anni ha urlato ‘guardiamo anche a sud, all’indo-pacifico, agli scenari che possono diventare ulteriori scenari di crisi’. Penso che la Nato abbia un compito diverso da quello per cui è nata. C’è una guerra in atto, non è contro la Russia, contro l’Iran; è una guerra tra due visioni diverse del mondo. Chi pensa che il mondo abbia necessità di regole internazionali che superino gli egoismi nazionali e degli organismi che in qualche modo le facciano rispettare e chi pensa che il mondo si possa gestire con la forza, con la legge del più forte o di chi ha più armi”.
Crosetto ha anche incontrato il vice segretario generale dell’Alleanza Atlantica Mircea Geoana, con focus su quanto sta accadendo in Ucraina, in Medio Oriente e sul fianco sud.
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