Galeotta fu la presentazione dell’ultimo libro di Massimo D’Alema. In quell’occasione, quando Matteo Renzi era da poco premier dopo aver rottamato da Palazzo Chigi il compagno di partito Enrico Letta, il premier su precisa domanda del moderatore aveva lasciato aperta la possibilità di una candidatura del governo italiano per D’Alema al vertice della Commissione europea.
Non che i due avevano sprecato simpatie e avevano mostrato troppe sintonie, eppure il premier quasi più dell’ex premier aveva lasciato intendere che al di là delle divergenze di opinione sul partito e sulle riforme da fare in Italia il peso e il pensiero di D’Alema erano fondamentali.
Ma l’assetto della Commissione europea, e in particolare la decisione fortissimamente voluta da Renzi di portare il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ai vertici di Bruxelles come Lady Pesc, ha indotto l’ex premier a rovesciare sul premier una serie di critiche: dal doppio ruolo eccessivo di presidente del Consiglio e di segretario di partito ai risultati insoddisfacenti per il governo sul terreno economico.
Ma chi ha fatto notare questa tempistica (mancata nomina in Europa, critiche a Renzi), D’Alema ha risposto che sono “volgarità”.
In attesa della prossima tenzone si possono gustare le foto di Pizzi sulle poco volgari smancerie cui si sono dedicati mesi fa D’Alema e Renzi.