Dario Scannapieco è nato a Maiori, uno dei gioielli della Costiera amalfitana, il 18 agosto del 1967. Sposato, due figli, attualmente è vicepresidente della Bei, la Banca europea degli investimenti, ruolo che ricopre dal 2007. Oggi il Ministero dell’economia e delle finanze lo ha designato amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti in vista dell’assemblea che dovrà votare la nuova composizione del cda.
Scannapieco dopo la laurea alla Luiss in Economia e commercio lavora per due anni alla Sip (oggi Telecom Italia), nel dipartimento Pianificazione e controllo strategico. Frequenta il prestigioso Mba (Master in business administration) di Harvard, ma al termine degli intensi due anni di corso che gli avrebbero aperto le porte di qualunque multinazionale all’estero, preferisce tornare nel proprio Paese e di “rendersi utile” per le istituzioni.
Era il 1997, e secondo la ricostruzione che fece nel 2010 “il Denaro”, scrive lettere al presidente del Consiglio Romano Prodi, al ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, all’allora governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio. E a Mario Draghi, direttore generale del Tesoro.
Fu l’ufficio di Draghi – anche lui dopo la laurea andò a Boston, ma al MIT, prima di tornare in Italia – a chiamarlo e a convocarlo per un colloquio. Pochi giorni dopo entra a far parte del Consiglio degli Esperti del Tesoro. Per questo è considerato uno dei “Draghi boys”, il gruppo di giovani economisti – aveva solo 29 anni – che affiancarono l’attuale premier al Tesoro e poi in Banca d’Italia. Insieme a lui c’erano Vittorio Grilli, poi direttore generale e ministro del Tesoro, e top manager di Jp Morgan in Europa; e Roberto Ulissi, oggi direttore degli Affari societari e governance di Eni. La definizione (entrata nella Treccani!) deriva dai “Ciampi boys” della generazione precedente, di cui Draghi fu uno dei nomi di spicco insieme a Fabrizio Barca, Tomaso Padoa Schioppa, Paolo Savona.
Scannapieco in via XX Settembre si occupa di… (qui il resto della sua biografia)
[Foto Imagoeconomica]