Si è svolta questa mattina presso la Sala della Regina della Camera dei deputati una maratona oratoria promossa dalle Fondazioni, Associazioni e amici di Gianni De Michelis per ricordare lo statista recentemente scomparso.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un telegramma che recita queste parole: “Gianni De Michelis è stato un protagonista dell’attività di governo dell’ultima parte del ‘900 in più ambiti, a partire dalle politiche del lavoro a quelle della presenza pubblica nell’economia attraverso le partecipazioni statali. Intelligente e appassionato esponente della causa socialista, ha segnato con la sua azione tra fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 una significativa stagione della politica estera del nostro paese nella fase che faceva seguito al venir meno del contrasto Est-Ovest. Le sue intuizioni e il suo impegno sulla vicenda europea, dei Balcani, del Medio Oriente e del Mediterraneo hanno consolidato il ruolo internazionale dell’Italia e contribuito alla causa della pace e della cooperazione internazionale”.
Presente all’evento anche la senatrice di Forza Italia, Stefania Craxi, che ha sottolineato di esser “cresciuta con il sentimento di appartenere a una comunità di donne e uomini liberi che ha trasmesso valori importanti, quel sentimento che ti trasmettevano i tanto vituperati partiti della prima Repubblica, capaci di indicare traguardi alti, impegno civile e morale. Gianni è stato uno dei più importanti membri di quella comunità – ha evidenziato -. Piano piano ho cominciato ad affezionarmi a quell’omone impetuoso, a volte aggressivo ma buono e generoso, che esprimeva una vitalità quasi fanciullesca. Passione politica, profondità di pensiero e serietà nell’affrontare e cercare soluzioni a problemi che la società poneva davanti si coniugava alla spensieratezza nell’affrontare la vita”.
“Non sempre una generazione anagrafica diventa una generazione politica. Ciò è avvenuto negli anni ‘70 nel Psi con l’incontro intorno alla segreteria di Bettino Craxi fra i giovani autonomisti e i giovani della sinistra lombardiana per riconquistare la piena autonomia socialista in una lotta su più fronti, rispetto al potere economico, al Pci (il frontismo), alla Dc (subalternità nei confronti dei moro-dorotei durante i 4 anni ‘64-‘68 del governo Moro-Nenni). Allora l’appellativo riformista era ancora un insulto, poi tutti sono diventati riformisti. Gianni De Michelis fu una delle punte di diamante di questo tentativo riformista: professore di chimica a Venezia impegnato nel confronto con la classe operaia di Marghera poi in una pluralità di ruoli, prima uomo macchina nell’organizzazione del partito, quindi uomo di governo come ministro del Lavoro e protagonista del referendum sulla scala mobile, come ministro delle Partecipazioni Statali, poi come ministro degli Esteri impegnato nella costruzione dell’Europa in una dialettica serrata con la Thatcher”. Queste le parole di Fabrizio Cicchitto, presidente di Riformismo e Libertà intervenuto anch’egli questa mattina.
Presente per Formiche.net il fotografo Umberto Pizzi che ha ritratto fra gli altri Carlo Scognamiglio, Stefania Tucci, Luca De Michelis, Stefania e Bobo Craxi, Paolo Cirino Pomicino, Corrado Clini.
(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)