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Le dimore storiche aprono le porte al pubblico. Domenica 21 maggio, 500 luoghi da non perdere

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Villa Valmarana ai Nani - Vicenza, Veneto
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Villa Martelli di Gricigliano -Toscana
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Villa La Cartiera - Lunigiana, Toscana
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Villa de Claricini Dornpacher - Udine, Friuli Venezia Giulia
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Villa Cutore Recupero - Catania
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Tenuta Palazzetto Mergè - Frascati, Lazio
7 / 20
Tenuta Maria Teresa - Lucca, Toscana
8 / 20
Palazzo Sorbello - Perugia, Umbria
9 / 20
Palazzo Gondi - Firenze, Toscana
10 / 20
Masseria Spina - Monopoli, Bari
11 / 20
Fortezza della Brunella - Lunigiana, Toscana
12 / 20
Fondazione Sipari Pescasseroli - L_Aquila, Abruzzo
13 / 20
Domus Laeta - Salerno, Campania
14 / 20
Castello San Salvatore - Susegana, Veneto
15 / 20
Castello Muro Lucano - Potenza, Basilicata
16 / 20
Castello Montecchio Vesponi - Arezzo, Toscana
17 / 20
Castello di Torre in Pietra Torrimpietra - Fiumicino, Roma
18 / 20
Castello di Thiene - Vicenza, Veneto
19 / 20
Castello di Piovera - Piovera, Piemonte
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Castel Schloss Freudenstein, Bolzano

Domenica 21 maggio torna l’appuntamento con le dimore storiche del nostro Paese. Più di 500 monumenti storici tra cui castelli, rocche, ville, parchi e giardini apriranno al pubblico e saranno visitabili gratuitamente. Si tratta della XIII Giornata Nazionale ADSI, iniziativa promossa dall’Associazione Dimore Storiche Italiane che da oltre quarant’anni si impegna per tutelare, custodire e far conoscere il patrimonio culturale privato italiano.

Quella delle dimore storiche è una rete unica, fatta di beni non delocalizzabili e che rappresenta non solo la storia e le bellezze che rendono l’Italia celebre in tutto il mondo, ma che genera un valore sociale ed un’economia indissolubilmente legata ai territori in cui si trovano. In Italia infatti, i borghi sotto i 5.000 abitanti rappresentano il 70% dei comuni, in questi ritroviamo la maggior parte delle dimore storiche private.

Le dimore storiche assumono quindi il ruolo di centri attrattivi culturali e turistici e, se adeguatamente valorizzate, possono essere un volano per la ripartenza dei borghi storici e dei piccoli comuni, garantendo risorse alla filiera del turismo e della cultura di questi luoghi carichi di storia.

Facendo visita a quei complessi monumentali che insieme costituiscono il più grande museo diffuso d’Italia, non solo sarà possibile godere di un patrimonio artistico e culturale troppo spesso ignorato, ma anche coglierne l’immenso valore sociale ed economico.

Per questo motivo la Giornata Nazionale ADSI rappresenta un’occasione unica per sensibilizzare la società civile e le istituzioni sul ruolo che le dimore storiche ricoprono per il tessuto socio-economico del Paese. La loro presenza sul territorio è infatti fondamentale per moltissime filiere: da quella artigiana, in particolare del restauro, a quella del turismo (che comprende ristorazione, attività ricettive e visita degli immobili), dalla convegnistica alla realizzazione di eventi, dal settore agricolo al mondo vitivinicolo. Molte sono le figure professionali che gravitano intorno ad una dimora, mestieri dal sapere antico – artigiani, restauratori, maestri vetrai – sempre più difficili da reperire.

Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha dichiarato in una nota a sostegno dell’iniziativa: “Le dimore storiche italiane costituiscono parte essenziale del patrimonio culturale della Nazione, luoghi ancora vivi che preservano il proprio carattere storico, architettonico, artistico e monumentale proseguendo spesso ad ospitare gli eredi degli antichi proprietari. Autentici custodi del genius loci, essi contribuiscono con passione, dedizione e notevole impegno a curare e preservare ville, giardini, castelli e palazzi che sono parte integrante dello splendore e della bellezza dell’Italia. Per questo motivo è urgente porre fine a ogni distinguo tra patrimonio culturale pubblico e privato, poiché insieme essi rappresentano la nostra identità e contribuiscono a rendere l’Italia una meta ambita del turismo internazionale. La giornata nazionale consente, ancora di più, di far conoscere questo patrimonio di tutti gli italiani”.

Testo di Valentina Ricci

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