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Emanuele Orsini verso la presidenza di Confindustria. Le foto

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Emanuele Orsini
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Emanuele Orsini
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Emanuele Orsini e Matteo Salvini
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Claudio Luti, Matteo Salvini e Emanuele Orsini
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Claudio Luti, Matteo Salvini e Emanuele Orsini
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Emanuele Orsini, Luigi Di Maio e Alberto Bonisoli
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Emanuele Orsini e Luigi Di Maio
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Emanuele Orsini e Luigi Di Maio
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Emanuele Orsini
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Emanuele Orsini, Stefano Barrese e Sergio Fontana
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Stefano Barrese, Vincenzo Rutigliano e Emanuele Orsini
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Giovanni Baroni, Emanuele Orsini e Aurelio Regina
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Emanuele Orsini
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Emanuele Orsini e Alessandra Smerilli
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Emanuele Orsini e Maurizio Leo

Svolta nella corsa alla presidenza di Confindustria. Edoardo Garrone, imprenditore del petrolio, ha deciso di ritirare la sua candidatura. Il passo indietro del presidente di Erg è arrivato in una lettera in cui ha acceso i riflettori sulle forti fratture e sulle forte tensioni all’interno di Viale dell’Astronomia. “Non serve all’associazione che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di impegni o scambi eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili. Solo sostenendo un unico candidato e mettendolo nella condizione ideale per forza e autonomia, si può garantire la miglior governabilità alla nostra Confindustria”.

A questo punto, domani è in programma il consiglio generale di Confindustria, si va verso l’elezione dello sfidante, Emanuele Orsini. Orsini, nato a Sassuolo nel 1973 è oggi amministratore delegato di Sistem Costruzioni e di Tino Prosciutti, presidente di Maranello Residence e vicepresidente di Confindustria nazionale con delega al Credito, alla Finanza e al Fisco fin dal 2020.

“Per avere una Confindustria forte”, ha chiarito ancora Garrone, “occorre innanzitutto mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente, senza alcun condizionamento e negoziazione che lo renderebbe debole e ne sancirebbe il fallimento sin dall’inizio. Questa condizione a mio avviso, nella coerenza del fine che mi ha mosso sin d`ora, è possibile in un solo modo”. Ovvero il passo indietro.

(Foto Imagoeconomica – riproduzione riservata)

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