Emmanuele Macron e Marine Le Pen andranno al ballottaggio delle elezioni presidenziali in Francia il 7 maggio. Quello di ieri è stato il voto del “mai accaduto prima”. Il primo turno delle presidenziali ha sortito una serie di novità storiche per la Francia, che mettono in luce un quadro politico inedito, dal record di voti per l’estrema destra del Front National al tracollo dei due grandi partiti tradizionali di destra e sinistra.
Una situazione, secondo il quotidiano francese Le Monde, che si spiega in parte con la conquista dei consensi al centro di Emmanuel Macron – già ministro dell’Economia nel governo Valls – con il suo partito “En Marche!”.
Mai successo neppure che al primo turno quattro candidati si attestassero nella fascia attorno al 20% dei voti. La partita a quattro tra Emmanuel Macron (23,75 %), Marine Le Pen (21,53 %), François Fillon (19,91 %) e Jean-Luc Mélenchon (19,64 %) non ha precedenti per la V Repubblica.
Quella di Macron, classe 1977, è stata un’ascesa politica velocissima. L’ex ministro si è dedicato alla politica solo dopo avere arricchito il suo curriculum facendo esperienza in diversi settori. Formazione filosofica (è specializzato in Hegel e Machiavelli, ed è stato assistente del filosofo francese Paul Ricoeur) e una serie di studi in matematica in finanza. Macron ha frequentato l’Ecole Nationale d’Administration (Ena), la scuola di formazione della classe dirigente in Francia, ed è stato socio della banca Rotschild. Prima di essere nominato ministro voleva insegnare economia politica alla London School of Economics e aveva anche ideato una startup. Soprannominato il “Mozart dell’Eliseo”, per via dei premi vinti come pianista, tra cui il riconoscimento del prestigioso Conservatorio d’Amiens, da piccolo Macron era studente della Provvidenza, una scuola privata gestita da gesuiti.
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