“Il punto di partenza è la consapevolezza che siamo di fronte a una transizione di portata straordinaria, a lungo attesa, discussa e incentivata dalle politiche pubbliche di mezzo mondo che, da alcuni anni, corre sulle proprie gambe”. Con queste parole il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha aperto il suo discorso all’evento organizzato da Enel “L’Italia e le energie rinnovabili”, che si è tenuto a Roma.
Per l’Italia, tale transizione porta con sé due conseguenze: “La realizzazione di energie più pulite per il futuro del Paese, e l’esaltazione della competitività del nostro sistema industriale”. Il passaggio al rinnovabile deve in qualche modo uscire dal ghetto intellettuale della sostenibilità ambientale. Nonostante il trend dell’aumento della porzione rinnovabile sul mix energetico mondiale sia “una buona notizia per il mondo intero”, “non è charity”, ha chiarito Gentiloni. Si tratta “di un vettore straordinario di competitività dei nostri sistemi economici, di una scelta per il futuro e per l’oggi che rafforza il nostro sistema”. Perciò, “il contributo italiano alla transizione mondiale, davvero molto rilevante, va valorizzato” (continua a leggere l’articolo).
“Le fonti di energia rinnovabili sono diventante molto competitive, con costi di generazione in caduta veloce e in progressiva erosione di tutta la competitività delle fonti convenzionali (o termiche)”, ha spiegato l’ad di Enel Francesco Starace nel suo intervento. Si tratta “di un trend globale che accompagna un’esplosione di investimenti”. Negli ultimi dieci anni, ha aggiunto, il costo di generazione dell’energia venduta da pannelli fotovoltaici è passato da un incentivo generosissimo erogato in Europa (pari a 490 euro a megawatt/ora nel 2005-2006) ad aste competitive ben al di sotto di 40 dollari, “e solo sul solare”. Sull’eolico, il passaggio è stato da 180 euro megawatt/ora e 30 dollari delle ultime aste in Messico (contratti di fornitura che Enel si è aggiudicata “con prezzi straordinari”) (leggi qui cosa ha detto Starace).
Ecco tutte le foto di Giuseppe Leanza