Quattro F-35 B partiti dalla base dei Marines di Iwakuni, in Giappone e 2 bombardieri strategici a potenziale nucleare B-1B Lancer, decollati dalla base Andersen di Guam. E’ con questi aerei che gli Stati Uniti, all’alba del 31 agosto, hanno condotto un’esercitazione militare di rilevanti dimensioni a qualche centinaia di chilometro a sud del 38° parallelo, ossia la linea di demilitarizzazione che demarca il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud. Una risposta diretta al missile balistico che Pyongyang ha lanciato il 29 agosto e che ha sorvolato la porzione inferiore dell’isola giapponese di Hokkaido prima di finire in acqua.
L’esercitazione – condotta insieme alla Corea del Sud e al Giappone – ha previsto la simulazione live-fire (ossia, con armi vere) di un bombardamento contro la Corea del Nord. Oltre agli aerei americani, vi hanno partecipato anche 4 F-15K sudcoreani e altri due F-15Js giapponesi. Si è trattato di una delle prime azioni dal vivo per gli F-35, i più tecnologici velivoli a disposizione delle forze armate statunitense (e dei Paesi, come l’Italia, che li hanno acquistati dalla produttrice Lockheed Martin). David H. Berger, comandante della U.S. Marine Corps Forces Pacific, ha detto che la loro presenza nel teatro pacifico dev’essere una rassicurazione per gli alleati e una preoccupazione per Pyongyang.
Per tutte le informazioni si può leggere questo articolo di Emanuele Rossi. Nella gallery fotografica le istantanee del Comando Usa nel Pacifico con gli F-35 e gli altri aerei entrati in azione nel corso dell’esercitazione.
(Foto United States Pacific Command)