Fabrizio De André è nato il 18 febbraio del 1940 a Genova, trasformandosi negli anni in una vera e propria icona del cantautorato italiano. Una storia fatta di arte, di poesia e di musica, la sua. Opera di De Andrè sono alcune tra le canzoni e ballate più significative dei nostri tempi. Da “La guerra di Piero” a “Amore che vieni amore che vai. Dal “Testamento di Tito” a “La canzone di Marinella”. E poi ancora “Bocca di rosa”, “Verranno a chiederti del nostro amore” e tantissime altre. La sua musica ha segnato le generazioni che, di volta in volta, si sono affidate alle parole del cantautore genovese, crescendo insieme a lui. Nella vasta discografia di Faber ricordiamo anche album come “Storia di un impiegato”, “Non al denaro non all’amore né al cielo”, “Anime salve”, “Tutti morimmo a stento”.
Esponente insieme a colleghi del calibro di Gino Paoli, Bruno Lauzi e Luigi Tenco della scuola genovese avrà sempre, nel corso della sua carriera, l’esigenza di valorizzare il dialetto della sua città. Tra i suoi amici più stretti, inoltre, c’erano Paolo Villaggio, genovese come lui, con il quale condividerà un’esperienza di lavoro come intrattenitore e musicista sulle navi da crociera e Beppe Grillo, che sarà suo testimone di nozze nel 1989. Sposato con Dori Ghezzi, nel 1979 viene rapito insieme all’allora compagna dall’anonima sequestri e tenuto in ostaggio per ben quattro mesi.
Formiche.net per ricordare De Andrè, scomparso prematuramente nel 1999, ha chiesto l’aiuto del maestro Umberto Pizzi e del suo sterminato archivio fotografico.
(Foto Umberto Pizzi – riproduzione riservata)