Fedele Confalonieri è nato a Milano il 6 agosto 1937. Si dichiara “Fedele di nome e di fatto: a mia moglie, al mio lavoro, al Milan e al ristorante del mio amico Domenico”. A 12 anni conosce Silvio Berlusconi, di un anno più grande, e i due non si separeranno più: il liceo dai salesiani, l’università (giurisprudenza alla Statale), e le serate sul palco delle navi da crociera e in riviera romagnola: Fedele al pianoforte, Silvio al canto. “Bisogna esser belli. Per noi brutti è sempre stata dura”. La sua piccola orchestra si chiamava i Cinque Diavoli, lui era molto bravo al piano ma ebbe sempre un grande rimpianto: essersi fermato all’ottavo anno di conservatorio, nel 1958. Così nel 2007, a 70 anni, prese il diploma dopo due anni di lezioni intensive. ”Si e’ presentato con un programma molto ambizioso! Complimenti! Ammiro l’intelligenza di Confalonieri e il suo gusto musicale. Ho quasi una punta d’invidia”, sottolineò l’ex procuratore di Milano Francesco Saverio Borrelli, allora presidente del Conservatorio.
Origini borghesi (la famiglia della madre, Luigia Borghi, creò la Ignis), dopo la laurea la sua carriera decolla grazie all’amico Silvio, che lo vuole con sé nella ditta che costruirà Milano 2. Da lì, l’avventura televisiva, nonostante lo scetticismo di Fidel, come lo chiamano i suoi amici d’infanzia. Adriano Galliani è incaricato di acquistare piccole tv locali in giro per l’Italia, mentre Confalonieri tiene i rapporti con la politica, la stampa e anche il mondo della cultura, per quanto le origini dell’impero del Biscione puntavano sullo svago e la leggerezza.
Quando Berlusocni nel 1990 si sposa in seconde nozze con Veronica Lario, Fidel fa da testimone dello sposo insieme a Bettino Craxi. Accanto a Veronica a Palazzo Marino c’erano Anna Craxi e Gianni Letta, l’altra colonna del mondo berlusconiano: se Confalonieri presidia Milano, Letta è il suo punto di riferimento a Roma.
E quando l’amico scende in campo nel 1993, è Confalonieri a prendere le redini dell’impero delle tv, in quel momento in grande difficoltà. E così prima si occupa della quotazione, poi rimette in sesto i conti e trasforma Mediaset nel gigante che è tuttora.
Non ama invece i giganti della Silicon Valley: è nella storia del diritto italiano la mega-causa di Mediaset contro Youtube, per la rimozione di tutti i contenuti del Biscione pubblicati sulla piattaforma video, mentre di Google e Facebook disse: “fanno 200 persone occupate, su un settore che in Italia ne ha circa 22mila. E devono assumersi responsabilità sui contenuti”.
Sposato con Annick Cornet, hanno due figli, Aline e Yves. In occasione della scalata ostile di Vincent Bolloré su Mediaset, commentò così: “Di francese ho già una moglie, non vorrei anche un padrone”.
Per gli 80 anni di Silvio, rivelò: “Insieme abbiamo percorso una meravigliosa corsa di 43 anni di sodalizio. Ma io sono sempre restato sul sedile di dietro”. In realtà, oltre a Presidente di Mediaset, è stato consigliere di amministrazione della Mondadori e del quotidiano Il Giornale. È stato nel consiglio direttivo e nella giunta di Confindustria e di Assolombarda e presidente dell’Associazione televisioni nazionali.
Tra gli altri incarichi ricoperti: membro della giunta di Assonime, associazione fra le società italiane per azioni; presidente dell’Orchestra Filarmonica del Teatro alla Scala e presidente del Comitato per le celebrazioni verdiane; membro dell’Aspen Institute; presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano.