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La finanza al gran completo alla Giornata mondiale del risparmio. Le foto di Pizzi

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Antonio Patuelli, Giovanni Tria, Giuseppe Guzzetti e Ignazio Visco
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Antonio Patuelli, Giovanni Tria, Giuseppe Guzzetti e Ignazio Visco
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Antonio Patuelli, Giovanni Tria, Giuseppe Guzzetti e Ignazio Visco
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Antonio Patuelli, Giovanni Tria, Giuseppe Guzzetti e Ignazio Visco
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Giovanni Bazoli e Franco Bernabè
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Carlo Messina
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Fabrizio Saccomanni
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Fabrizio Saccomanni
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Gian Maria Gros Pietro
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Giancarlo Giorgetti
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Giancarlo Giorgetti
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Gianni Letta
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Giovanni Bazoli e Franco Bernabè
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Giovanni Bazoli e Franco Bernabè
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Giovanni Tria e Giuseppe Guzzetti
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Giovanni Tria e Giuseppe Guzzetti
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Giovanni Tria
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Giulio Sapelli
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Giulio Sapelli
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Ignazio Visco e Giuseppe Guzzetti
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Ignazio Visco e Giovanni Tria
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Ignazio Visco e Giovanni Tria
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Ignazio Visco e Giovanni Tria
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Luigi Abete
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Luigi Abete
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Luigi Abete
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Maria Cannata e Maria Bianca Farina
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Maria Cannata e Maria Bianca Farina
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Mario Monti
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Mario Monti
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Mario Monti
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Mario Monti
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Mario Monti
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Mario Monti
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Salvatore Rossi e Fabrizio Saccomanni
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Salvatore Rossi e Fabrizio Saccomanni

Banchieri e manager uniti nel nome del risparmio. C’era un po’ tutta la finanza italiana questa mattina in occasione della 94a edizione della Giornata mondiale del risparmio, organizzata come ogni anno dall’Acri, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. L’evento si è svolto presso l’Aula Magna dell’Angelicum – Pontifica Università San Tommaso d’Aquinoa Roma. Tra i presenti, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli e il padrone di casa, presidente Acri, Giuseppe Guzzetti. Tra i volti noti, Luigi Abete, Giovanni Bazoli, Maria Bianca Farina, Salvatore Rossi, Carlo Messina, Gian Maria Gros Pietro, Franco Bernabè, Franco BassaniniCorrado Sforza Fogliani e Giancarlo Giorgetti.

Il governatore Visco ha lanciato l’ennesimo allarme spread. “Il suo incremento deprime il valore dei risparmi accumulati dalle famiglie direttamente o indirettamente che detengono 100 miliardi di titoli pubblici mentre le banche e società a cui affidano i loro risparmi ne hanno 850 miliardi. Per le banche gli effetti si vedono ‘sull’aumento del costo della raccolta’, caduta delle azioni (-35% da maggio)”. All’ampliamento del premio di rischio sui titoli di Stato ha spiegato Visco, ha contribuito “l’incertezza sull’orientamento delle politiche di bilancio e strutturali e sull’evoluzione dei rapporti con le istituzioni europee”. Visco spiega che “sono riemersi i timori degli investitori nazionali ed esteri per la dinamica del debito pubblico e per il rischio di una sua ridenominazione”.

(Foto di Umberto Pizzi – riproduzione riservata)

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