Flavio Cattaneo ha abbandonato la poltrona di amministratore delegato di Tim/Telecom Italia sedici mesi dopo il suo insediamento dopo essere stato silurato di fatto dai francesi di Vivendi. Il manager, già in Terna, Rai e Ntv, era stato chiamato ai vertici dalla società per rimettere ordine nei conti. Obiettivo raggiunto. A marzo Tim ha comunicato di aver chiuso il 2016 tornando all’utile: 1,8 miliardi di euro, dopo la perdita di 70 milioni dell’anno precedente. La separazione, secondo le parole ufficiali dell’ex monopolista di Stato, sarebbe stata “consensuale”, portando nelle tasche del manager milanese una buonuscita di 25 milioni di euro che ha fatto molto discutere.
“La cifra che mi verrà attribuita non ha nulla di scandaloso, ho la coscienza a posto”, ha detto Cattaneo ai suoi collaboratori, secondo quanto riporta la Repubblica. “Io sono un professionista e non un normale manager. Chi mi chiama in azienda lo sa e ci si accorda di conseguenza. Non a caso solo il 10% della mia retribuzione in Telecom – 1,2 milioni – è fissa, mentre il 90% è variabile e dipende dai risultati raggiunti”.
Ringraziamenti sono giunti anche dall’azienda, che comunicando la dipartita del manager, l’ha ringraziato per “l’esecuzione della importante e straordinaria fase di turnaround aziendale (fatta da tutti i trimestri positivi in ogni linea) che ha portato la società ad incrementare i clienti e i ricavi come mai raggiunti negli ultimi 10 anni, incrementare gli investimenti core portando la società a recuperare la leadership nel mobile e coprire circa il 70 % del paese con la fibra”.
Tra i motivi alla base del distacco da Tim ci sarebbero diverbi sui piani banda ultralarga del governo e ad alcune tensioni con i francesi di Vivendi.
(Foto Umberto Pizzi e ImagoEconomica. Tutti i diritti riservati)