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Floris presenta all’Istituto Sturzo il libro “La geografia dell’incertezza” di Alessandro Ricci. Le foto di Pizzi

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Alessandro Ricci e Giacomo Marramao
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Alessandro Ricci e Giacomo Marramao
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Giovanni Floris
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Giovanni Floris
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Giovanni Floris e Alessandro Ricci
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Giovanni Floris e Alessandro Ricci
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Giovanni Floris e Alessandro Ricci
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Giovanni Floris e Alessandro Ricci
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Giovanni Floris e Alessandro Ricci
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Giovanni Floris, Alessandro Ricci e Giacomo Marramao
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Franco Farinelli e Giovanni Floris
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Franco Farinelli e Giovanni Floris
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Franco Farinelli e Giovanni Floris
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Franco Farinelli, Alessandro Ricci e Giovanni Floris
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Il 4 aprile è stato presentato all’Istituto Luigi Sturzo, a Roma, il libro di Alessandro Ricci “La geografia dell’incertezza. Crisi di un modello e della sua rappresentazione in età moderna”. L’incontro, introdotto e moderato dal giornalista Giovanni Floris ha visto, tra gli altri, la partecipazione del filosofo Giacomo Marramao e di Franco Farinelli, presidente dell’Associazione geografi italiani.

“Negli ultimi vent’anni stiamo vivendo una crisi sistemica degli Usa intesi come polo mondiale, e della loro capacità di intervenire immediatamente. Il termine rivoluzione oggi inerisce a globalizzazione, e il concetto di crisi perpetua rappresenta la fine della centralità del sistema americano, come anche del mondo bipolare”. E, guardando alle mappe geografiche contemporanee c’è chi, come Alessandro Ricci nel suo libro, ravvisa la presenza di un “senso della globalizzazione interrotta”.

“Nel libro si mostra che per risolvere il problema della certezza e dell’incertezza si è dapprima cercato di farlo cartografando la realtà, capendo però alla fine che tutto questo aveva lanciato sul territorio il vero problema: l’impossibilità di riprodurre la realtà sociale rispetto ai modelli cartesiani. La genealogia della cultura moderna è tutta presente in questo passaggio”, ha affermato a riguardo Farinelli.

Tema, quello dell’impossibilità di rappresentare lo spazio contemporaneo in maniera oggettiva, che resta centrale non solo per l’attualità, e in quel caso si parlerebbe di geopolitica, ma per il pensiero del mondo contemporaneo, ha spiegato il filosofo Marramao. Perché si entra “nel vivo della rappresentazione impossibile della nostra epoca globale, caratterizzata da termini come incertezza ma anche instabilità”.

(Foto Umberto Pizzi – riproduzione riservata)


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