Ci sono “gli eroi” che “servono il Paese e lo fanno in contesti complicati, nei quali il distinguere tra la vita e la morte non è un’immagine retorica”. Così il prefetto Franco Gabrielli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, alla cerimonia di commemorazione dei Caduti dell’Intelligence, che si è tenuta oggi a Forte Braschi, a Roma.
Gabrielli ha ricordato le figure di Vincenzo Li Causi, morto in Somalia nel 1993, di Nicola Calipari, che ha perso la vita in Iraq nel 2005, di Lorenzo D’Auria, ferito a morte in Afghanistan nel 2007, e di Pietro Antonio Colazzo, caduto a Kabul nel 2010. “Sono morti in contesti operativi, in circostanze nelle quali era estremamente percepibile la condizione di pericolo”, ha detto intervenendo dopo il discorso introduttivo del direttore generale del Dis, Elisabetta Belloni. “Per portare aiuto, per rendere un servizio al Paese, perché la loro presenza il quel contesto rappresentava un presupposto della nostra sicurezza”, ha aggiunto.
Alla cerimonia, svoltasi alla presenza dei familiari dei caduti e dei direttori di Aise, Giovanni Caravelli, e Aisi, Mario Parente, hanno preso parte il ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il ministro dell’Economia e delle finanze, Daniele Franco, i membri del Copasir con il presidente Adolfo Urso.
Il sottosegretario Gabrielli ha deposto una corona d’alloro con nastro tricolore ai piedi della Stele commemorativa dedicata ai caduti a Forte Braschi. Alle ore 09:00, nelle sedi del Dis, dell’Aise e dell’Aisi, tutti gli appartenenti agli Organismi informativi hanno osservato un minuto di raccoglimento in onore dei loro colleghi tragicamente scomparsi