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Gentiloni, Graziano e Pinotti al passaggio di consegne al vertice dell’Esercito tra Errico e Farina. Le foto

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Paolo Gentiloni
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Salvatore Farina
difesa
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Roberta Pinotti, Claudio Graziano
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Salvatore Farina, Danilo Errico
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Salvatore Farina
Farina, forze armate
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Salvatore Farina
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Claudio Graziano
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Claudio Graziano, Salvatore Farina
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Roberta Pinotti, Paolo Gentiloni, Claudio Graziano
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Roberta Pinotti, Paolo Gentiloni, Claudio Graziano
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Claudio Graziano, Salvatore Farina
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Claudio Graziano, Salvatore Farina
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Claudio Graziano, Salvatore Farina
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Franco Gabrielli
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Paolo Gentiloni
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Roberta Pinotti, Paolo Gentiloni, Claudio Graziano
Franco Gabrielli

Si è tenuta oggi, a Roma, la cerimonia di avvicendamento al vertice dell’Esercito tra il Capo di Stato maggiore uscente Danilo Errico e il nuovo numero uno delle Forze Armate Salvatore Farina. A fare da sfonda alla cerimonia, l’instabilità di tante aree del mondo e proprio il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha colto l’occasione per rinnovare l’appello al “cessate il fuoco” in Siria, dove “continuano i giochi di guerra sulla pelle della popolazione siriana”, una terra dove “ci si confronta militarmente ignorando le sofferenze del popolo”, e per ricordare i successi nella guerra contro l’Isis anche se “la minaccia del terrorismo non è cancellata”.

Un omaggio al lavoro svolto dal generale Errico è venuto dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, anche per aver contribuito alla riorganizzazione in base al Libro bianco. Soprattutto, però, il ministro ha guardato al futuro perché “il rinnovamento delle Forze Armate dovrà procedere a prescindere da chi avrà la responsabilità politica di governo”. Al generale Farina, che viene dall’impegnativo comando Nato di Brunssum da cui dipende tra l’altro il comando della missione Resolute support in Afghanistan, Pinotti ha detto senza giri di parole che gli “sarà chiesto di fare di più” di quanto già non faccia l’Esercito perché i rischi “sono sempre più insidiosi” e perché la domanda di sicurezza che arriva dai cittadini “è sempre più articolata e consapevole”. “Chiamare l’Esercito – ha aggiunto – è diventato un modo di dire comune”.

Errico ha rivendicato il ruolo nelle missioni internazionali con gli italiani “costruttori di pace”, la ormai famosa “via italiana alle operazioni” che certo non si può mettere sullo stesso piano di chi fa un “uso indiscriminato della forza”. Un lavoro difficile, all’estero come in Italia con Strade sicure, mentre la riorganizzazione della Forza Armata ha portato tra l’altro al taglio di 100 dirigenti, il 42 per cento degli incarichi apicali in meno. Un emozionato Farina, 61 anni, ha promesso che “cercheremo di migliorare ancora, con le risorse a disposizione, per fronteggiare nuove sfide. Il coraggio e l’altruismo sono il nostro biglietto da visita” (leggi qui l’articolo completo di Stefano Vespa).

(Foto: Imagoeconomica)

 

 


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