Si è tenuta ieri la presentazione del libro “Storia mondiale dell’Italia” (Ed. Laterza) a cura di Andrea Giardina. Ospite d’onore: il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. “Il rischio che la sinistra corre in diverse parti di Europa è quello di apparire costituito da una elite cosmopolita senza terra e radici, distaccata dal proprio territorio e dalla storia e questo rischio aumenta con il digitale, la società dei big data. C’è il rischio di un mondo diviso in due: da una parte elite cosmopolite senza terra e dall’altra persone molto legate alla realtà, alla terra. Questo è un rischio molto presente nel nostro futuro”, ha detto Gentiloni durante la presentazione.
“Sono affezionatissimo – ha aggiunto – alle nostre radici, penso che il fondamento di qualsiasi politica contemporanea, liberale e democratica non possa che essere molto fondata sulle nostre radici e in una angolazione aperta verso il mondo, in modo che le tue radici non siano il piccolo mondo antico e l’ostilità verso il diverso ma il bagaglio, la chiave di lettura attraverso cui sei in grado di stare nel mondo cosmopolita”.
“Se è vero che l’Italia può vantare di avere una storia mondiale, sulla base di questa storia credo che l’Italia debba svolgere un ruolo nel mondo. Un ruolo caratterrizzato da apertura, dialogo, multiculturalismo, cultura, un ruolo del quale non si può fare a meno”, ha detto ancora il presidente del consiglio. “L’Italia – ha ricordato – è un Paese amato dai 4/5 del mondo. Noi siamo un Paese così amato e ammirato da buona parte del mondo, anche emergente, e tuttavia non siamo, se ci paragoniamo ad altri Paesi vicini, entusiasti di questa cosa. Qui c’è un terreno di lavoro per la politica: un grande italiano, Ciampi, lo aveva intuito e ci aveva lavorato moltissimo sull’idea di Italia, di patria, l’inno nazionale, il tricolore. Io penso che il lavoro fatto da Ciampi sia stato straordinario e prezioso e che ci sia ancora molto da fare”, ha concluso.
Per Formiche.net era presente Umberto Pizzi. Ecco tutte le foto.
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