Canali finanziari del Vaticano sarebbero stati usati dai vertici della banca Finnat per operare in modo irregolare in Borsa. È l’ipotesi di reato contestata al banchiere cattolico Giampietro Nattino, presidente di Finnat. La Guardia di finanza, per ordine del gip Antonella Minunni, gli ha sequestrato martedì in via preventiva beni per 2,5 milioni di euro. Identiche contestazioni per due ex alti dirigenti vaticani, Paolo Mennini e Piero Menchini. Tutti e tre sono indagati per manipolazione del mercato e ostacolo alle funzioni di vigilanza della Consob.
L’indagine è condotta dal nucleo di polizia valutaria delle Fiamme gialle, coordinata dal pm romano Stefano Rocco Fava. Tutto era cominciato nel 2015 quando il banchiere finì sotto la lente delle autorità vaticane per alcuni conti che aveva all’Apsa. L’ufficio del Promotore di giustizia vaticano, a seguito di un rapporto dell’Aif – l’Autorità di informazione finanziaria voluto da Benedetto XVI e aggiornato da Francesco – passò il Tevere per chiedere la collaborazione delle autorità giudiziarie italiane e svizzere (continua a leggere l’articolo di Andrea Mainardi…)
Ecco Giampietro Nattino in una serie di foto d’archvio.
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