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Giancarlo Giorgetti, il possibile esploratore della Lega. Le foto

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Giancarlo Giorgetti
Giancarlo Giorgetti, Roberto Maroni e Ignazio La Russa
Giancarlo Giorgetti
Giancarlo Giorgetti, Daniela Santanché e Ignazio La Russa
Roberto Giachetti, Michelangelo Suigo e Giancarlo Giorgetti
Roberto Giachetti, Simone Baldelli e Giancarlo Giorgetti
Roberto Giachetti, Simone Baldelli e Giancarlo Giorgetti
Michelangelo Suigo, Roberto Giachetti, Simone Baldelli, Giancarlo Giorgetti e Vito Cozzoli
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Giancarlo Giorgetti
Giancarlo Giorgetti, Roberto Maroni e Ignazio La Russa
Giancarlo Giorgetti
Giancarlo Giorgetti, Daniela Santanché e Ignazio La Russa
Roberto Giachetti, Michelangelo Suigo e Giancarlo Giorgetti
Roberto Giachetti, Simone Baldelli e Giancarlo Giorgetti
Roberto Giachetti, Simone Baldelli e Giancarlo Giorgetti
Michelangelo Suigo, Roberto Giachetti, Simone Baldelli, Giancarlo Giorgetti e Vito Cozzoli

“Il tempo è scaduto. Il presidente della Repubblica non intende lasciare il Paese desolato di fronte allo spettacolo della inconcludenza di forze politiche afflitte dal male dell’autoreferenzialità. L’accelerazione per l’assegnazione di un incarico è nelle cose. Che si prenda poche ore o pochi giorni, poco importa. Il terzo giro di consultazioni non ci sarà. Sergio Mattarella si ritroverà quindi nelle stanze del Quirinale insieme ai suoi più stretti, e validi, collaboratori avendo un dilemma non banale davanti a se. Non avendo i partiti fatto alcun passo in avanti, non c’è una soluzione che può assicurare l’esito positivo. Il Capo dello Stato dovrà fare un tentativo (e poi eventualmente un altro se il primo fallisse). Da chi partire però?

La Costituzione non indica un metodo particolare ed assegna al Colle una ragionevole discrezionalità. Trattandosi di dover trovare il numero di voti parlamentari sufficienti per avere la maggioranza ed ottenere la fiducia, sul piano razionale non sarebbe un controsenso partire da chi più è vicino al traguardo. Da questo punto di vista, è evidente che la prima mossa toccherebbe al centrodestra. La coalizione ha già dichiarato di essere pronta ad assumersi la responsabilità e che indicherà una figura “scelta dalla Lega” (non Salvini, o almeno non necessariamente). La persona che maggiormente potrebbe raccogliere consensi è quella di Giancarlo Giorgetti, numero due del partito, fedele collaboratore del leader e deputato di lungo corso ben apprezzato dai colleghi, avversari inclusi. Giorgetti potrebbe persino ottenere l’appoggio (esterno?) di larghi settori del Pd. Si andrebbe quindi, se ci saranno le condizioni, nella direzione di un “governissimo” (copyright Di Maio) che Salvini farebbe fatica a digerire ma che difficilmente potrebbe sabotare avendo conquistato Palazzo Chigi sia pure attraverso il suo più stretto collaboratore (insieme a Lorenzo Fontana)”. Continua a leggere l’articolo di Veronica Sansonetti, Esploratore cercasi. Giorgetti o Di Maio? Il dilemma di Mattarella

(Foto-Imagoeconomica-riproduzione riservata)


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