Giancarlo Giorgetti, capogruppo alla Camera dei Deputati per la Lega ha spiegato oggi in un’intervista al Corriere della Sera i motivi del suo passo indietro rispetto alla passata possibilità di diventare ministro dell’Economia: “Perché Paolo Savona interpretava il punto di contatto e la sintesi tra noi e i 5 Stelle. Due movimenti politici diversi che si cimentavano nella difficile prova di governare insieme”, ha chiarito. E poi ancora: “Chiaro che Giorgetti, vicesegretario della Lega, tra i 5 Stelle poteva suscitare l’obiezione: e perché allora non uno di noi? La verità è che avevamo trovato una figura di spessore assoluto che poteva essere il perno del governo”.
Dunque ora ci sarà un governo che non governa e una opposizione che legifera, è la questione che mette in rilievo il giornalista che lo intervista: “Certo, a questo punto diventerà plastica la centralità del Parlamento, i provvedimenti di Cottarelli non potranno diventare legge e al contrario potranno diventarlo quelli di un’ipotetica maggioranza formata da Lega, 5 Stelle, Fratelli d’Italia e Leu”. E se nel contratto sono stati fusi molti punti del programma di centrodestra, la risposta di Giorgetti è: “Ma è vero che il contratto ha ordinato le posizioni dei due partiti, dietro c’è tanta maturazione politica. È stato sottoposto ai nostri e ai loro elettori e ha ricevuto grande consenso. Se questa maggioranza corrobora la maggioranza parlamentare, diventa complicato non tenerne conto”.
Per quanto riguarda l’alleanza di centrodestra alle prossime elezioni, poi, chiarisce: “Non lo so. Qui c’è stato un terremoto, una discontinuità storica nella politica che sta riposizionandosi su categorie nuove, popolo contro elite. Magari si andrà a finire su binari consueti, ma io ho la sensazione che chi fa politica da tempo non colga la trasformazione italiana”, ha affermato il capogruppo della Lega alla Camera.
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