Mentre in Italia continuano le polemiche attorno all’hashtag #womenagainstfeminism e alla campagna #femministaperché lanciata dalla scrittrice sarda Michela Murgia (@KelleddaMurgia), in Turchia le donne sono oggetto di vera discriminazione. Non da parte di rappresentanti delle lobby calcistiche (vedi il caso Tavecchio), ma di un alto rappresentante del governo.
Già in passato il governo di Recep Tayyip Erdoğan aveva dato segnale di volere imporre una visione islamista radicale, vietando l’uso del rossetto rosso alle hostess della linea aerea di Stato Turkish Airlines. Questa volta, invece, è il vice primo ministro, Bülent Arinç, ad accendere le polemiche: “Le donne non dovrebbero ridere in pubblico: è immorale”, ha detto.
La risposta è arrivata con una carrellata di fotografie di donne sorridenti con l’hashtag #kahkaha (risata) e #direnkahkaha (resistere e risata). Proprio su Twitter, che Erdoğan ha voluto più volte censurare.