“L’obiettivo di oggi è raccogliere da top manager e imprenditori proposte operative per promuovere la nascita di un’algoretica d’impresa: una mappa dei principi guida per un’economia responsabile capace di cogliere l’opportunità della rivoluzione tecnologica, tenendo le persone al centro”. Queste le parole di Romana Liuzzo, presidente della Fondazione Guido Carli all’apertura della convention Intelligenza da vendere. Etica e impresa al tempo dell’IA.
“La Convention – ha proseguito- non inaugura solo un’altra stagione di attività della Fondazione ma rafforza l’impegno sociale su Caivano: dopo il dono di cento volumi dello statista alla città che gli ha dedicato una biblioteca, oggi diamo vita ad un meccanismo virtuoso appellandoci alle nostre aziende partner perché offrano esperienze lavorative agli studenti meritevoli dell’Istituto Francesco Morano. A dirigerlo c’è Eugenia Carfora. Il 9 maggio, alla sedicesima edizione del Premio Guido Carli, renderemo noti i dettagli dell’iniziativa e le aziende aderenti”.
Ad arricchire il prestigioso parterre di ospiti che hanno partecipato alla convention, il contributo attraverso un videomessaggio del permier Giorgia Meloni.
“La storia dell’umanità – ha scandito la presidente del Consiglio – ci ha insegnato che non bisogna avere paura delle innovazioni. Ogni volta che l’uomo è riuscito a creare nuovi strumenti tecnologici in grado di trasformare il mondo e la sua vita quotidiana, si è trovato ad affrontare dilemmi nuovi. L’intelligenza artificiale generativa rappresenta, in ordine di tempo, l’ultima grande conquista del genio umano con la quale dobbiamo confrontarci”.
Il rapporto tra etica e impresa nel tempo dell’intelligenza artificiale è “un tema che è tra le priorità del Governo”.
Meloni ha dunque parlato della IA come di “una rivoluzione dirompente, dagli esiti tanto affascinanti quanto rischiosi e che pone interrogativi, anche esistenziali, del tutto inediti. Perché – ha osservato – è una tecnologia che, a differenza di tutte quelle che abbiamo visto nel corso della storia, disegna un mondo nel quale il progresso non ottimizza più le capacità umane, ma può sostituirle”.
“Stiamo assistendo – ha sottolineato la premier – alla nascita di nuove forme di potere, come quello computazionale, cioè il potere di calcolo associato ad algoritmi sempre più sofisticati e potenti. Tutto ciò ha inevitabilmente un impatto anche sugli scenari geopolitici e sugli equilibri attuali, perché l’intelligenza artificiale può garantire a chi la gestisce e la utilizza un vantaggio competitivo. La storia ci ricorda che dalla competizione per procurarsi quel vantaggio e dal divario tra chi lo ha raggiunto e chi è rimasto indietro possono nascere tensioni, se non addirittura conflitti”.
Proprio questo, chiude Meloni, “è il motivo per il quale abbiamo voluto che questa sfida fosse tra le priorità della Presidenza italiana del G7 e ci siamo impegnati, a più livelli, a fare la nostra parte per definire una governance globale dell’intelligenza artificiale, in grado di conciliare innovazione, diritti, libertà e democrazia”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Un algoritmo in sé non è né buono né cattivo perché è l’uomo, il suo creatore, a determinarne la ratio e le finalità – così Piantedosi – Se è vero che un algoritmo senziente potrà alla fine anche giungere a replicare le strutture del pensiero avvicinandosi a qualcosa che assomiglia a un essere umano, difficilmente però esso riuscirà a sviluppare un’anima che è dell’uomo e solo dell’uomo”.
Dopo gli interventi istituzionali, a intervenire è stato padre Paolo Benanti, presidente della Commissione AI di Palazzo Chigi, intervistato dal giornalista e conduttore televisivo David Parenzo.
A seguire, otto tra imprenditori e top manager hanno portato la loro testimonianza, moderati dalla giornalista e conduttrice tv Veronica Gentili: Maria Elena Boschi, vicepresidente commissione Vigilanza Rai; Lorenzo Cerulli, GenAI Leader Deloitte Central Med; Oscar Farinetti, fondatore Eataly; Massimiliano Montefusco, direttore generale Rds; Debora Paglieri, amministratore delegato Paglieri; Fabrizio Palermo, amministratore delegato Acea; Ettore Prandini, presidente Coldiretti; Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato Nestlè Italia. Le conclusioni sono state affidate a Giampiero Massolo, consigliere Fondazione Guido Carli.