Mercoledì 29 marzo, diversi esponenti di Sinistra Italiana – tra cui Stefano Fassina e Nicola Fratoianni – insieme ad alcuni studenti e giovani precari, si sono dati appuntamento davanti al ministero del Lavoro, in via Veneto a Roma, per giocare a calcetto. L’idea è nata come risposta ad una nuova dichiarazione sui giovani pronunciata dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti.
Il ministro, durante un incontro con gli studenti dell’istituto tecnico professionale Manfredi-Tanari di Bologna, ha parlato di lavoro e ha dichiarato che, oggi, “il rapporto di fiducia sul lavoro è fondamentale. Dunque si creano più opportunità a giocare a calcetto che a mandare in giro i curricula”.
L’affermazione di Poletti ha subito suscitato numerose polemiche sui social e da parte di tutti gli schieramenti politici. Il ministro, a poche ore dalla sua frase, ha replicato affermando: “Mi sono espresso male: penso semplicemente che non sia giusto dire che vanno via solo i migliori e che, di conseguenza, tutti gli altri che rimangono hanno meno competenze o qualità degli altri”.
Questa non è la prima dichiarazione del ministro a suscitare polemiche. Poletti, qualche tempo fa – era dicembre 2016 – aveva detto la sua anche sui cervelli in fuga dall’Italia e aveva dichiarato: “Se 100mila giovani sono andati via non vuol dire che qui siano rimasti 60 milioni di “pistola”. Quelli che se ne sono andati è bene che stiano dove sono, il Paese non soffrirà nel non averli più tra i piedi”. Anche questa sua prima dichiarazione aveva provocato diverse critiche da parte di colleghi di sinistra come Nichi Vendola e Pippo Civati.
Foto di Stefano Carofei/Imagoeconomica