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Fratoianni e Fassina giocano a calcetto sotto le finestre del ministro Poletti. Le foto

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Stefano Fassina
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Nicola Fratoianni
MASSIMO CERVELLINI POLITICO STEFANO FASSINA POLITICO
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Massimo Cervellini e Stefano Fassina
NICOLA FRATOIANNI STEFANO FASSINA
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Nicola Fratoianni e Stefano Fassina
NICOLA FRATOIANNI STEFANO FASSINA
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Nicola Fratoianni e Stefano Fassina
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Nicola Fratoianni e Stefano Fassina
MASSIMO CERVELLINI
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Massimo Cervellini
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Massimo Cervellini
NICOLA FRATOIANNI
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Nicola Fratoianni
MASSIMO CERVELLINI POLITICO STEFANO FASSINA POLITICO
NICOLA FRATOIANNI STEFANO FASSINA
NICOLA FRATOIANNI STEFANO FASSINA
NICOLA FRATOIANNI STEFANO FASSINA
MASSIMO CERVELLINI
NICOLA FRATOIANNI

Mercoledì 29 marzo, diversi esponenti di Sinistra Italiana – tra cui Stefano Fassina e Nicola Fratoianni – insieme ad alcuni studenti e giovani precari, si sono dati appuntamento davanti al ministero del Lavoro, in via Veneto a Roma, per giocare a calcetto. L’idea è nata come risposta ad una nuova dichiarazione sui giovani pronunciata dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

Il ministro, durante un incontro con gli studenti dell’istituto tecnico professionale Manfredi-Tanari di Bologna, ha parlato di lavoro e ha dichiarato che, oggi, “il rapporto di fiducia sul lavoro è fondamentale. Dunque si creano più opportunità a giocare a calcetto che a mandare in giro i curricula”.

L’affermazione di Poletti ha subito suscitato numerose polemiche sui social e da parte di tutti gli schieramenti politici. Il ministro, a poche ore dalla sua frase, ha replicato affermando: “Mi sono espresso male: penso semplicemente che non sia giusto dire che vanno via solo i migliori e che, di conseguenza, tutti gli altri che rimangono hanno meno competenze o qualità degli altri”.

Questa non è la prima dichiarazione del ministro a suscitare polemiche. Poletti, qualche tempo fa – era dicembre 2016 – aveva detto la sua anche sui cervelli in fuga dall’Italia e aveva dichiarato: “Se 100mila giovani sono andati via non vuol dire che qui siano rimasti 60 milioni di “pistola”. Quelli che se ne sono andati è bene che stiano dove sono, il Paese non soffrirà nel non averli più tra i piedi”. Anche questa sua prima dichiarazione aveva provocato diverse critiche da parte di colleghi di sinistra come Nichi Vendola e Pippo Civati.

Foto di Stefano Carofei/Imagoeconomica


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