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La scommessa cattolica di Giaccardi e Magatti con Augias e Zuppi. Foto di Pizzi

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Dante e Andrea Monda
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Andrea Monda
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Matteo Maria Zuppi e Agostino Montan
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Matteo Maria Zuppi e Agostino Montan
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Matteo Maria Zuppi
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Corrado Augias
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Corrado Augias
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Luca Barbareschi e Maurizio Martina
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Luca Barbareschi e Maurizio Martina
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Marco Follini e Dante Monda
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Marco Follini e Dante Monda
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Matteo Maria Zuppi
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Andrea Monda e Marco Follini
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Andrea Monda e Marco Follini
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Matteo Maria Zuppi e Luca Barbareschi
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Matteo Maria Zuppi e Luca Barbareschi
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Matteo Maria Zuppi e Corrado Augias e Luca Barbareschi
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Matteo Maria Zuppi e Corrado Augias e Luca Barbareschi
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Matteo Maria Zuppi e Corrado Augias
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Matteo Maria Zuppi e Corrado Augias
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Maurizio Martina
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Maurizio Martina
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Mauro Magatti e Chiara Giaccardi
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Mauro Magatti e Chiara Giaccardi
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Marta Cartabia
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Marta Cartabia e Mauro Magatti
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Marta Cartabia e Mauro Magatti
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Marta Cartabia e Mauro Magatti
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Marta Cartabia e Matteo Maria Zuppi
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Marta Cartabia e Matteo Maria Zuppi
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Marta Cartabia e Matteo Maria Zuppi
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Marta Cartabia e Matteo Maria Zuppi

“La scommessa cattolica” è il libro di Chiara Giaccardi e Mauro Magatti presentato ieri sera al teatro Piccolo Eliseo di Roma alla presenza del cardinale, arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi. Tra gli obiettivi del libro, ripensare il dialogo tra la Chiesa e il mondo moderno per rifondare una nuova alleanza anche attraverso la comunicazione. Assieme agli autori sono intervenuti Corrado Augias e Marta Catarbia, costituzionalista, giurista e accademica italiana, giudice costituzionale dal 2011, vicepresidente della Corte costituzionale dal 2014.

“Abbiamo riletto la storia del rapporto tra la Chiesa e la modernità attraverso la parabola del Figliol Prodigo – ha detto Chiara Giaccardi a Vatican News -. Noi moderni siamo quel figlio che ad un certo punto ha pensato bene di fare a meno del Padre, di ciò che aveva ricevuto dalla tradizione. Ci siamo presi questa eredità e siamo andati fuori in maniera avida e arrogante per poi accorgerci che lì fuori il mondo non è affatto come lo avevamo immaginato. E da una parte questa parabola ci ricorda pure che il Padre ci ha lasciato andare, ci ha dato la nostra parte di eredità senza dire niente, rispettando la nostra libertà. Quindi quel Padre non è un padre-padrone che ci vuole sottomessi, ma un Dio misericordioso che ci lascia andare come estremo atto di amore e rispetto”.

“È bene – si legge ancora – che la Chiesa in questo scenario si riappropri della sua missione che è la salvezza delle anime e torni ad essere quella voce che ci ricorda di un amore che ci aspetta a braccia aperte non per punirci non per dirci: ‘Te lo avevo detto che non dovevi uscire di casa’. Questo ritorno del figlio dal Padre è comunque l’inizio di un cammino nuovo, fondato su una nuova alleanza”.

Per Formiche.net era presente Umberto Pizzi. Ecco tutte le sue foto.

(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata



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