“Serve un piano straordinario di investimenti” per la crescita e lo sviluppo. È quanto ha chiesto al governo il leader della Cgil, Maurizio Landini, dal palco di piazza San Giovanni.
“C’era una volta la concertazione. Il governo di turno convocava le parti sociali, sindacati in primis, per condividere le scelte di politica economica e sociale. Solo un lontano ricordo nell’era gialloverde, visto che più volte l’esecutivo legastellato è stato accusato di scarsa propensione al coinvolgimento dei vari settori dell’economia nei processi decisionali.
Landini oggi ha dato vita a una manifestazione molto partecipata. Tra coloro che sono intervenuti, Massimo D’Alema, Nicola Zingaretti, Susanna Camusso, Annamaria Furlan, Sergio Cofferati, Sandro Ruotolo e Guglielmo Epifani.
Adesso la concertazione ha cambiato natura spostandosi sull’asse lavoratori-imprese, che mai come oggi stanno convergendo su alcuni temi di fondamentale importanza viste e considerate le sempre più difficili condizioni dell’economia italiana (qui i dati Istat diffusi oggi). E cioè sviluppo, infrastrutture, energia, posti di lavoro: in una parola, Pil. Dentro l’agenda condivisa c’e di tutto, dalle trivelle, alla Tav, alle strade al welfare e i ponti, insomma cantieri. Li vogliono i sindacati tanto quanto le imprese. Data la gravità della situazione sembra essere arrivato il momento di seppellire le antiche divisioni da Prima Repubblica tra capitalisti e proletari. Ora è tempo di cambiare registro. I primi segnali di un mutamento delle relazioni industriali erano arrivati già lo scorso novembre da Torino, con la grande manifestazione trasversale pro-Tav, che aveva abbattuto le insegne per erigerne una sola, quella della lotta alla decrescit”. Continua a leggere qui l’intervista di Gianluca Zapponini ad Alessandra Damiani, della segreteria nazionale Fim-Cisl.
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