È sulle pagine di tutti i giornali Lapo Elkann, il nipote di Gianni Agnelli: è stato arrestato negli Stati Uniti per aver simulato il suo sequestro con la richiesta alla famiglia di 10mila dollari per la sua liberazione. Il falso sequestro è stato scoperto dalla polizia americana e ora Lapo Elkann, azionista Fca, consigliere di amministrazione di Ferrari e titolare di due società, Italia Independent e Garage Custom, rischia fino a due anni di reclusione.
Non è la prima volta che l’erede della famiglia Agnelli viene travolto da uno scandalo: nel 2005, infatti, venne ricoverato in gravissime condizioni all’Ospedale Mauriziano di Torino, a causa di un’overdose per un mix di oppio, cocaina ed eroina. Iniziò così un percorso di riabilitazione negli Stati Uniti, ma solo dopo essersi dimesso dagli incarichi che ricopriva alla Fiat. Non fu un periodo semplice, così come raccontò in una intervista rilasciata al Fatto Quotidiano e firmata da Beatrice Borromeo e Malcom Pagani.
“In Italia l’eccentricità non è ben accetta perché non sei incasellabile in una scatola – si legge nell’intervista datata 18 ottobre 2013 -. E io di essere messo in una scatola non ho voglia. Credo di averne il diritto. Io non sono solo una persona leggera, un imprenditore, il nipote di Gianni Agnelli o il figlio di Margherita. Sono tantissime altre cose. Ho le mie sfaccettature e i miei difetti, ma forse la mia fortuna è che i miei difetti sono stati resi pubblici costringendomi ad affrontarli. Uno sforzo che mi ha reso più umano. Più libero. Sono a un punto della mia vita in cui ho deciso di essere coerente al cento per cento”.
Figlio di Margherita Agnelli e Alain Elkann, ha una fratello e una sorella, John e Ginevra. Lapo non ha fatto mistero, nel corso del tempo, del grosso peso che il nome della sua famiglia ha avuto nelle sue scelte personali che però, sempre a suo dire, non giustifica le bravate diventate poi di dominio pubblico proprio in funzione del suo nome.
Il peso della famiglia, gli abusi sessuali subìti a 13 anni – “Da quando ho compiuto 13 anni ho vissuto cose dolorose che poi mi hanno creato grosse difficoltà nella vita. Cose capitate a me e ad altri ragazzi. Parlo di abusi fisici. Sessuali. Mi è accaduto, li ho subiti” – e il suicidio del suo migliore amico – “Il mio migliore amico, che era in collegio con me per quasi 10 anni e ha vissuto quello che ho vissuto io, si è ammazzato un anno e mezzo fa” – possono dare un’idea delle motivazioni che alimentano una dipendenza che, periodicamente, porta Lapo Elkann sulle prime pagine dei giornali, e non per traguardi imprenditoriali.
Ecco una selezione di foto di un giovanissimo Lapo Elkann e della sua famiglia dall’archivio di Umberto Pizzi.
(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata