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Beatrice Lorenzin e Giuseppe Recchi uniti contro la dislessia. Le foto

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Giuseppe Recchi e Beatrice Lorenzin
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Beatrice Lorenzin e Franco Botticelli
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Giuseppe Recchi e Beatrice Lorenzin
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Giuseppe Recchi e Beatrice Lorenzin
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Franco Botticelli
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Giuseppe Recchi e Beatrice Lorenzin
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Giuseppe Recchi e Beatrice Lorenzin
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Giuseppe Recchi e Beatrice Lorenzin
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Beatrice Lorenzin e Davide Faraone
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Beatrice Lorenzin e Davide Faraone
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Giuseppe Recchi, Beatrice Lorenzin e Davide Faraone
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Giuseppe Recchi e Beatrice Lorenzin
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Giuseppe Recchi e Beatrice Lorenzin
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Beatrice Lorenzin
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Giuseppe Recchi
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Giuseppe Recchi

La Fondazione Telecom Italia ha siglato un accordo con i ministeri della Salute e dell’Istruzione con cui si aiutano le persone con problemi dislessici.

“Abbiamo sviluppato un’app in collaborazione con il Cnr attraverso il quale le famiglie possono effettuare uno screening ultra-precoce dei disturbi della comunicazione così da individuare velocemente i bambini a rischio”, ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin presentando l’accordo con Tim, azienda presieduta da Giuseppe Recchi e guidata dall’ad, Marco Patuano. All’incontro di oggi, giovedì 4 febbraio, era presenta anche il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone.

A fine conferenza Lorenzin, incalzata dai giornalisti, ha ribadito il suo niet alle liberalizzazioni dei farmaci di fascia C con ricetta fuori dalle farmacie (“perché potrebbe aumentare l’abuso di farmaci, già segnalato nell’ultimo rapporto Aifa soprattutto per psicofarmaci e oppioidi”) e anche sull’utero in affitto.

A questo proposito Formiche.net riporta il post pubblicato sul profilo Facebook del ministro Lorenzin.

“Siamo nell’ultraprostituzione, e senza ipocrisia va denunciato ogni tentativo di regolamentazione che, in un regime di negoziazione del prezzo della gestazione e della vita stessa della mamma e del bambino, sarebbe illusoria. Faccio appello a tutte le donne in Parlamento, a prescindere dall’appartenenza partitica, ad aprire una discussione, franca e senza ipocrisie, sull’adozione da parte delle coppie dello stesso sesso del ddl Cirinnà, che si traduce automaticamente nella legittimazione dell’utero in affitto e dell’eterologa. Tutto questo non ha nulla a che fare con il riconoscimento, giusto per me, delle unioni civili e del rispetto per le coppie omosessuali”.

(Foto: Sveva Biocca) 

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