Un pubblico endorsement al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e un rafforzamento dei rapporti tra Italia e Francia (che si concretizzerà nel Trattato del Quirinale) con l’ammissione di Roma nel patto tra Parigi e Berlino. Questo è l’esito della visita del presidente francese Emmanuel Macron a Roma. Il presidente francese aveva partecipato al Vertice dei Paesi dell’Europa del Sud e si è trattenuto a Roma per incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier italiano, con l’intermezzo di una visita alla Domus Aurea, accompagnato dal ministro Dario Franceschini.
Nella conferenza stampa seguita al colloquio a Palazzo Chigi, Macron ha lodato l’Italia per la gestione dei migranti e la presenza in Africa, ma soprattutto si è pubblicamente schierato a favore di Gentiloni auspicando, tra le righe, una sua permanenza a palazzo Chigi anche dopo le elezioni.
“L’Italia entra in periodo elettorale e vorrei sottolineare quanto sono stato contento di lavorare con Paolo Gentiloni – ha detto Macron -, la sua azione in Italia e in Europa con la presidenza del G7 e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno consentito di avviare una nuova dinamica a livello europeo, scelte e compromessi ci hanno consentito di avanzare in tempi non facili. Spetterà al popolo italiano decidere ma consentitemi di dire che l’Europa ha avuto molta fortuna ad avere Paolo Gentiloni in questo periodo nella sua funzione e mi auguro che possiamo continuare questo lavoro positivo”.
Gentiloni, invece, ha cercato di sorvolare sul tema, spiegando che con Macron “non abbiamo parlato di politica interna”. Ha aggiunto però che “certamente tutti noi speriamo che i nostri Paesi ci sia una posizione con grandissima forza a sostegno della prospettiva e del progetto europeo”. Il premier italiano ha preferito concentrarsi sui rapporti con la Francia e sul futuro dell’Europa.
Per Macron il Trattato del Quirinale delineerà le “nuove ambizioni” dei due Paesi ma sarà anche la “matrice della rifondazione europea”: “Italia, Germania e Francia hanno bisogno, non da soli, di essere tra i promotori di una Europa più ambiziosa”.
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