È morta a Roma a 82 anni l’attrice Elsa Martinelli, malata da tempo. Se ne va un’icona di bellezza fuori da quei canoni che gli anni Cinquanta, gli anni della sua ascesa, prediligevano.
Sposata nel 1957 con il conte Franco Mancinelli Scotti di San Vito e nel 1968 con il fotografo Willy Rizzo, ha avuto una figlia, Cristiana, anch’essa attrice.
Approdata con la famiglia nella capitale quando aveva nove anni, le sue origini erano umili. Il padre contadino dovette arrivare a Roma subito dopo la guerra per cercare un nuovo lavoro. La famiglia era numerosa, la Martinelli aveva sei sorelle e un fratello e appena possibile inizia anche lei a lavorare, come barista e commessa.
La svolta della vita arriva quando a via Frattina viene notata dallo stilista Roberto Capucci, affascinato dalla figura longilinea e altissima per l’epoca, 1,76 cm, e di un’eleganza e finezza regali e naturali.
Da quel momento Elsa Martinelli inizia la sua avventura di mannequin ma la sua bellezza viene vista anche oltre oceano, da Kirk Douglas, che la scrittura per Il cacciatore di indiani. A soli venti anni arriva a Hollywood e comincia così la sua carriera cinematografica con circa settanta film. Molti gli attori celebri che ha affiancato, fra cui Robert Mitchum, Anthony Perkins, Charlton heston e Richard Burton.
Nel 1956 vince l’Orso d’argento al Festival di Berlino come migliore attrice con il lungometraggio firmato da Monicelli, Donatella.
Nel 1995 pubblica Sono come sono. Dalla Dolce vita e ritorno, un’autobiografia dove racconta la sua vita glamour, tra eventi nazionali e internazionali.
Umberto Pizzi la ricorda aprendo l’album dei ricordi per lei (riproduzione riservata)
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